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Un altro anno è passato e anche se questo 2016 ci ha purtroppo portato via alcuni dei più grandi artisti del passato, è stato anche in grado di regalarci tantissimi dischi e brani degni di nota, che sono stati in grado di dare un nuovo e importante impulso alla scena indipendente italiana.

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Come ormai nostra consuetudine abbiamo provato a mettere insieme i 20 pezzi italiani più interessanti per andare a proporvi un bel riassunto di quello che quest'anno musicale è stato.

20- Willy On The Floor - Parkwave

I The Kooks all’italiana, chitarre cangianti e richiami alla scena Brit, ma con l’aggiunta di un tocco lo-fi ad impreziosire il tutto. Non vi basta? Ascoltateli!

19- I Don't Think It's Good for You to Stop Smoking - Cactus?

Gli anni d’oro dell’indie rock spremuti in un album (e particolarmente in questo singolo): chitarre abrasive poggiate su synth e batteria da cui scaturiscono sonorità ricercate e appassionanti.

18- Una cosa seria - I Nastri

Arrangiamenti curati e attitudine post-moderna alla canzone pop caratterizzano l'esordio de I Nastri, che può essere ben rappresentato dai Una cosa seria, piccola perla synth-pop

17- Elefanti - Gomma

Tristezza cosmica e arpeggi che sfociano in un inno al nascondersi come fanno gli elefanti quando sono felici.

16- Sorridendo - Liede

Perché il cantautorato giovane e ingenuo, in bilico tra il nichilismo e un'emotività malinconica piace da sempre e sempre ci piacerà. Una delle belle sorprese di questo 2016.

15- Bacia Brucia Ama Usa - Leo Pari

Avevamo parlato di lui anche nella classifica di metá anno, ed eccolo di nuovo, riconfermato con Bacia Brucia Ama Usa (e con l'album Spazio). Il ritorno in gran spolvero degli anni 80 trascina con sé anche Leo: bei synth, testo acchiappone, niente da dire. Ma e volete scoprire la vera anima di Spazio andatevi a sentire Arnesi meglio se in acustico. Una garanzia.

14- Comet - L I M

Ad aprile usciva Comet il lavoro in 5 tracce realizzato da Sofia Gallotti, ex Iory's eyes, ora in arte  L I M. Un mix sperimentale di elettronica e ambient, con fusioni trip hop, r'n b e superbi estratti dalla club culture anni 90. Comet, title track e singolone di esordio, è un viaggio onirico e catartico. Una sorta di omaggio alla house di Detroit tra beats ossessivi, synth avvolgenti e sensualità vocali. Da ascoltare a volumi alti.

13- Sand - Giungla

Il piccolo Ep di Giungla (a.k.a. Manuela Drei), Camo, pubblicato via Factory Flows, colpisce per minimalismo, vulnerabilità e forza allo stesso tempo. A voler rimarcare il significato metaforico del titolo del disco, Camouflage è un insieme di pattern mimetici mischiati e confusi tra loro, ricchezza di un insieme articolato. Un granitico approccio rock mescolato a beats elettronici ostinati quasi quanto i riff acidi che lo definiscono, tranne che per Sand. Il singolo in questione sovverte la logica del tutto. La chitarra si placa con un delicato arpeggio mentre di sottofondo le leggere tastiere new ave aiutano la drum machine a costruire un piccolo momento di apparente calma.

12- Naufragando - Management Del Dolore Post Operatorio

Abbiamo inserito il Management perché crediamo nel loro album in prossima uscita. Questo è uno di quei singoloni che non puó che piacere a tutti: ballatona romantica che tocca i temi classici della post adolescenza piú o meno traumatica che sia ("l'abisso è l'unico posto in cui riesci a respirare). Confidiamo di vederli in classifica nel 2017

11- The Lake - Wrongonyou

Greetings from California. Ah no, siamo nel Lazio. Va be, cosa cambia? La chitarra acustica che risuona in to the sun c'è, l'elettrica in levare pure. Cosa manca? Un ritornello da cantare in dieci, minimo, si ha anche quello. No, non manca niente, una canzone del genere suona bene dovunque.

10- Chlorine - Birthh

Il primo singolo di Born in the Woods è uno scuro prisma in cui il rifiuto e la disillusione si proiettano su più cocci: riff tridimensionali stile XX, beat elettronici quasi house, colate di suoni ambient alla James Blake, andamento corale, folk corrosivo. Un film noir ambientato sott'acqua.

9- Endless Beauty - Soviet Soviet

Il loro nuovo disco ci ha frastornati con un suono post-punk mastodontico. Questo pezzo ne è il manifesto: stratificazioni di chitarra proiettate all'infinito, in un gioco di specchi con una sezione ritmica implacabile. Su tutto, melodie ultrapop degne dei migliori singoloni anni '80.

8- Music is the Answer - Novamerica

Un pianoforte tedesco degli anni ’30 con un’accordatura particolare regala un tocco di poliedricità a questo cangiante pop. Suono maturo a metà strada tra i The Phoenix e i The Strokes.

7- Expo - Canova

Li abbiamo definiti la Rivelazione del 2016, a ragione. Virali con Vita sociale, ci hanno colpito per canzoni come Brexit e, per l’appunto, Expo. Ritmi serrati, parole taglienti, sensazioni di euforia e malinconia e go go… un po’ come queste giornate di Dicembre tra freddo e sole., vanno dritti nella nostra top 20.

6- Tubature - Giorgio Poi

Il mondo indipendente si lancia verso gli anni ’80 e Giorgio Poi si appresta a far uscire un disco che si ispira al decennio precedente e riporta in auge un pop senza ritornelli trascinato da basso e batteria e dal loro interagire con una linea vocale non lineare ma sempre orecchiabile. Tubature è un brano da cui non si esce già dopo il primo ascolto.

5- Sparami - Pop X

Non sappiamo bene come ci sia finita qui. Un inno al passaggio di testimone, di testosterone, tra generazioni di deigay. Un ascolto frizzante intervallato da snervanti parentesi in reversi-recording. Eccitante.

4- La Nostra Pelle - Ex-Otago

Uno sguardo verso se stessi, in onestà, per la prima volta dopo anni. E' quello che provano a spiegarci gli Otaghi in questo brano. E’ esattamente la sensazione che si prova ascoltando e riascoltando l’ultima fatica degli Ex-Otago, l’ormai mega hit Marassi, disco di cui ci siamo innamorati in redazione. Uno sguardo tra passato e futuro, tra infanzia e maturità, cercando la positività Una riconferma importante per un gruppo storico. Se ve li siete persi.. correte a recuperare. E soprattutto "..tu non tradirti mai".

3- L'ultima festa - Cosmo

Ricordo un piccolo concerto in quel di Torino quando ancora Cosmo non era nessuno: tentò di farsi una passeggiata in mezzo al pubblico. Si dimenticò del cavo del microfono.  Adesso fa le millemila views sul Tubo e non si è montato la testa: bravo. E bravo pure chi ha fatto il video (Jacopo Farina per Sterven Jonger).
A lanciare arance sottocarro.

2- Prima o poi ci passerà

Prima o poi ci passerà entra meritatamente in classifica e non esce dalla testa.

Le parole portano in superficie la sensazione di doversi mettere a confronto con cose che realmente non si vogliono dimenticare. Cose che crescendo, bisognerebbe essere in grado di lasciare indietro, anche se si ha paura. Motta questa paura deve averla superata bene, visto il successo avuto quest’anno con il suo primo album solista La fine dei vent’anni, di cui ha curato e prodotto ogni arrangiamento, che l’ha portato a calcare alcuni tra i più importanti palchi della scena indipendente italiana.

1- Calabi-Yau - I Cani

Il ritorno de I Cani era uno dei più attesi di questo 2016. Cosa ci si poteva aspettare da Niccolò Contessa dopo l’evoluzione che dal Sorprendente album d’esordio ci aveva portato a Glamour? Aurora è stata la risposta e Calabi-Yau uno dei pezzi più emblematici e rappresentativi del disco.

Una nuova dimensione, dolce e malinconica, personale nel non seguire la linea presa dalla maggior parte del recente cantautorato italiano e nel staccarsi dai propri lavori precedenti.

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