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The Lost Child of Philomena Lee

Philomena non è solo la storia di una semplice signora irlandese alla ricerca del figlio perduto da tempo e del giornalista che la supporta, oppure il racconto delle crudeltà commesse nel convento di Roscrea secondo un cliché di complicati intrecci più volte ritrovato. E' una storia di vita e di umanità che molto può insegnare ai cinefili di tutte le età.

La trama, già di per sé intrigante, è resa in modo perfetto da una sceneggiatura non a caso vincitrice alla scorsa mostra del cinema di Venezia, che non storpia il romanzo annesso, fatta eccezione per qualche licenza poetica particolarmente azzeccata, ma lo adatta al grande schermo fornendogli grande solennità. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la straordinaria recitazione dei due attori protagonisti, Judi Dench e Steve Coogan, che riescono a fornire ai loro alter ego di scena una profondità e un’autenticità sicuramente degne di nota.

Particolare è poi la prospettiva attraverso la quale siamo introdotti alla vicenda. Lo spettatore, infatti, si trova immediatamente in empatia col giornalista, affine a noi nel modo di pensare e di agire. Questo lo porta, in un primo momento, a guardare Philomena con superiorità, vista la natura profondamente ingenua della donna. La bellezza di questo film sta proprio nello scoprire assieme allo stesso reporter la grandezza di questa anziana signora, le sue intuizioni spontanee e mai banali, la sua fermezza di spirito e la sua serenità.

Per questo motivo vi consiglio vivamente questo ultimo prodotto del cinema indipendente inglese, perché è capace di infondere in una grande tragedia, dove pur non mancano momenti di pura comicità, una lezione di vita, una profonda lezione per ciascuno di noi.

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