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Cinque versi dei Baustelle il cui significato vi farà sembrare più acculturati


Ok, il titolo può essere forviante.

Ma no, non siamo diventati uno di quei sitacci macina like che per arrivare al contenuto dovete mettere “mi piace” a pagine coi nomi in coreano amministrate da trafficanti d’organi; e nemmeno vogliamo cominciare adesso a costringervi ad aggiornare pagine decine di volte promettendovi contenuti inesistenti tipo “RACHELE BASTREGHI NUDA!!! A PAGINA 6 LO SCATTO RUBATO”, sicuri (ma non troppo) che un titolo del genere non attirerebbero il nostro utente medio.

Il problema è che abbiamo notato che ripetere frasi a caso, soprattutto nel mondo della musica indie, sta diventando moda piuttosto diffusa, specialmente tra alternatope annata 2000. Al fine di combattere tale piaga abbiamo preso cinque versi del gruppo toscano e ve li abbiamo sviscerati. 1.)Da “Gomma” (Sussidiario illustrato della giovinezza, 2000) “Potrei scambiare i miei “Le Ore” con te?” Cominciamo col dire che Bianconi non voleva trascorrere più tempo con l’amata. “Le Ore” è stata una rivista pornografica in voga negli anni ottanta e il buon vecchio frontman dei Baustelle smise ben presto di scambiare le figurine dei calciatori.

2.) Da “Un Romantico a Milano” (La Malavita, 2005) “Quando canta le canzoni della mala” La mala non è il nome di una compagna di Milva o Mina, come potrebbe cercare di ricordare vostra nonna. Negli anni 50 quella grande cantante che è Ornella Vanoni, prima di salire ubriaca sui palchi e spalare cacca sulle conduttrici, interpreto’ alcune canzoni a tema “La Malavita Milanese”. Ecco come nacquero le “Canzoni della mala”. Qui il video di Ornella Vanoni ubriaca che non sa quello che vuole, giusto perché un po’ di trash ogni tanto non fa male.

3.)Da “Il liberismo ha i giorni contati” (Amen, 2008) “…vede i titoli di coda nella Casa e nella Libertà” Bianconi non ha profetizzato orwellianamente la fine della liberta’ e della proprietà privata, come ho sentito raccontare da tre ragazze maglia larga, macbook pro e “Hipsteria” dei Cani. La Casa delle Libertà è il nome della coalizione di centro destra capitanata da Berlusconi, quando ancora non esisteva il Popolo Delle Libertà. Insomma coi nomi Berlusconi non ha mai avuto fantasia, piuttosto ha (ben)pensato di soddisfare le sessuali, di fantasie.

4.) Da “Colombo” (Amen, 2008) “Siamo architetti ricchi di Bel Air E vecchie dive del noir Abbiamo ville Abbiamo cadillac” Non è un riferimento qualsiasi a qualsiasi riccone, Bianconi attinge ad un ben preciso immaginario, quello della serie televisiva Colombo, che se l’avete seguita su Rete 4 o avete vissuto l’infanzia con i vostri nonni o oggi indossate baffo e rayban a goccia da vista. Tutto il testo di Colombo è un riferimento al celebre investigatore della televisione, l’investigatore che vi indaga l’anima. In particolare Bianconi approfondisce la perizia con cui nella serie televisiva veniva trattato il tema del crimine che fiorisce nella ricchezza, nell’apparente benestare: il delitto “aristocratico”, risolto con scrupolo solo dopo un’attenta analisi psicologica e investigativa. Una ragazza al quinto anno del liceo socio psicopedagogico aveva cercato di convincermi che il Colombo cantato da Bianconi fosse invece una trasposizione moderna di Sigmund Freud. Sembrava molto convincente, io intanto le guardavo le tette. 5) Diorama (Fantasma, 2013) “Nel Diorama..” E niente, qua ho incontrato gente che proprio non conosceva il significato di questa parola. Lo stesso Bianconi, in una bella intervista a la Repubblica XL, racconta “Sembra una paroloccia, un'imprecazione, ma in realtà non lo è”. Il Diorama secondo la Treccani “Panorama, convenientemente colorato e illuminato, che, osservato con opportune lenti, dia impressioni di realtà; anche, panorama di cui sono esaltati con opportuni artifici gli effetti prospettici” Sempre Bianconi racconta “ I diorami sono dei fantasmi, delle apparizioni nel buio. Questa cosa mi ha sempre affascinato molto e, in particolare, c'è un diorama, che secondo me è il più bello del Museo di Storia Naturale di Milano, che è la ricostruzione di questa tundra siberiana in cui c'è una bellissima tigre che sta per spiccare il salto verso il cervo che rimane bloccato. C'è questo istante bloccato. I diorami, soprattutto di quelli dentro i musei di storia naturale, hanno questa caratteristica: bloccano degli attimi esemplari. La vita è bloccata nell'acme dell'azione. Questo ovviamente fa pensare al tempo”.

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