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Giorgio Poi - Smog


Smog è il "primo secondo album" del piemontese di nascita, ma giramondo di adozione Giorgio Poi. Uscito per Bomba Dischi, questo lavoro fa seguito all'acclamato esordio Fa niente, due anni fa. Dopo un 2018 ricco di collaborazioni anche internazionali (da Calcutta a Francesco de Leo, da Frah Quintale a Carl Brave fino ai Phoenix), il cantautore di Novara ritorna quindi in veste solista con un disco "fatto in casa" che riprende e prosegue il discorso sul rinnovamento della canzone italiana.

Il disco si compone di otto tracce, più uno strumentale che gli da il titolo, tutte in qualche modo legate alla tradizione pop nostrana, vuoi per i testi che per le soluzioni melodiche adottate. Per quanto riguarda la componente testuale, troviamo una scrittura di tipo impressionistico, legata alla descrizione di momenti quotidiani, senza tralasciare però uno sguardo personale e a volte deformante (molto elaborati in questo senso l'incipit del primo singolo, Stella, o il "buio di lavagna e la luna di gesso" di Napoleone). A voler scovare un leitmotiv in questo che non un concept album, potremmo indicare il tema del viaggio, sia come suo rifiuto (nella opener Non mi piace viaggiare) che come tema autobiografico (e autoironico) in La musica italiana (con Calcutta). A livello musicale, troviamo rispetto a Fa niente un maggiore uso dei sintetizzatori, come nelle phoenixiane Vinavil e Maionese o nel nostalgico inno da riviera Stella.

Smog è dunque un lavoro curato, che si serve della tradizione "canzonettara" italiana per reinterpretarla "di lontano", alla luce di un'educazione musicale cosmopolita. Un disco che vuole, riuscendoci, entrare nel Canzoniere nostrano, con la sua poetica delle piccole cose e una spiccata attenzione alla "cantabilità". Otto canzoni che, senza dubbio, "sembrano meglio" a ogni ascolto.


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