Arcade Fire - Rock in Roma, 23/06/14

Foto di Gianluca Filippi, da Arcade Fire Italia Capannelle, Rock in Roma.

Il festival - non festival più lungo e variegato delle ultime estati musicali.

Un ex-ippodromo, dove si scommetteva sui cavalli vincenti ed ora si corre in quella stessa pista, ci si dimena, per arrivare il più vicino al palco.

Sono fortunato questa volta, dopo un parcheggio più agevole del solito, realizzo di avere il palco non davanti, ma alla mia sinistra.

Long story short: sono in prima fila, appena in tempo per l’inizio del concerto.

E che concerto, mi viene subito da dire.

Partono a palla, gli Arcade, tra luci, riflessi e giochi.

Sarà che sono arrivato in ritardo, ma non ero abituato a tutta questa energia senza le estenuanti attese, le file, il caldo e la posizione “a sardina”.

Due canzoni e subito si parte con “Reflektor”.

Delirio, sudore, urla e un pubblico in visibilio.

I ragazzi sono On Fire, il pubblico è in visibilio e le canzoni passano.

Si arriva a “Afterlife”, una delle mie preferite del loro ultimo lavoro e penso che la serata non possa essere migliore.

Mi sbaglio nuovamente.

Finta uscita dal palco, rientrano e parte” Here Comes The Night Time”, ovviamente con l’intro Pie Jesu e Win Butler con il faccione da Papa.

Piovono coriandoli, musica a tutto volume, sembra di essere in Brasile e si ha l’impressione che da un momento all’altro parta un trenino infinito che avvolga tutto il palco.

Così non sarà, ma lo spettacolo che ci hanno regalato difficilmente sarà ripetibile in quello stesso ippodromo.

Altre due canzoni e, troppo presto, finisce tutto.

Loro ringraziano, noi facciamo altrettanto, carichi e con la loro musica ancora in testa.

When I hear the beat, the spirit’s on like a live-wire

A thousand horses running wild in a city on fire

It starts in your feet, then it goes to your head

And if you can’t feel it, then the rules are dead

And if you’re the judge, what is our crime?

Here comes the night time

Si va a casa, al ritmo della notte. Simone Bellucci

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