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Dropeners - In The Middle

  • Roberto Checchi
  • Aug 22, 2014
  • 1 min read

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Alternative rock?

Siamo sicuri?

I primi cinquanta secondi di “Rule of Pressure”, la prima traccia di "In The Middle", l’ultimo album dei Dropeners, sembra molto più elettronica spinta.

Dopo il primo album nel 2009 e un EP l’anno seguente, la band originaria di Ferrara si è presa una bella pausa di riflessione prima di uscire con un nuovo lavoro.

Dalle loro “Gocce di memoria” (Drops of memories) non si sono staccati del tutto, dato che ogni singolo pezzo sembra raccontare un ricordo, grazie all’atmosfera che sanno creare di volta in volta con delle sonorità che, pur mantenendo una loro coerenza di fondo, riescono a non ripetersi mai.

“The Hill”, facendo un balzo in avanti, nelle fasi iniziali ricorda addirittura i Queen con qualche eco di anni ‘80, per poi spostarsi verso le vibrazioni tipiche dei Radiohead e Vasilis, la voce solista, ha una sfumatura “del nord” malgrado le origini greche che, con le dovute proporzioni, ricorda il frontman dei Planet Funk, Alex Uhlmann, sia in in quetsa ottava traccia, che in Ruins Behind, nona canzone della scaletta.

Sia ascoltandole di fila, che randomicamente, ci troviamo di fronte a 10 tracce riflessive, mai scontate, che vanno ascoltate più di una volta per essere assimilate.

In The Middle si presenta quindi come un album maturo, mai scontato, estremamente godibile e studiato nei particolari, con un titolo che lascia suggerire che i Dropeners sono solo a metà di un percorso che potrebbe riservarci nuove, gradite, sorprese.

Ora basta però, parte la decima traccia.

 
 
 

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