La Sete - La Sete
- Roberto Checchi
- Sep 11, 2014
- 2 min read

Ci sono lavori di cui vorresti scrivere fin dal primo ascolto, che ti ricordano tantissime cose senza riuscire a definirne nessuna, il primo de “La Sete”, Ep omonimo registrato in un romantico seminterrato alle porte di Milano, è uno di questi lavori.
Le influenze che si mescolano nelle quattro tracce, proponenti uno scorcio di quello che può essere la band milanese, sono così variegate che ci colgono spiazzati, nella convinzione che il passato non potesse avere un sapore più fresco di quello propostoci.
Arrivati a questo punto potrei parlare della chitarra Folk, che sta ai Pan del Diavolo come a tanti autori del passato, ma viene spalleggiata da una chitarra elettrica dal suono tremendamente alternative che ci rimanda agli Strokes e ad altre sonorità affini. Potrei parlare del cantato, che può variare dalla leggerezza di brani quasi alla Death Cab For Cuties, con la giusta dose di vivacità in più, fino ad un urlato che con gli accorgimenti del caso ci ricorda gruppi quali i Fast Animal and Slow Kids, ma non lo farò.
Invece di dirvi quanto siano curati gli arrangiamenti e quanto archi e pianoforte siano sempre al posto giusto, per una produzione che sembra tutto fuorché “fatta in casa”, vi dirò di ascoltarvi tutto questo bell’Ep.
Le ragioni sono tante, prima di tutto perché, come dice la band stessa: “Appena fuori dalle luci della città l'aria non è ancora buona. Connessioni senza fili e brevi distanze negli appartamenti con posto bici. In strada, da sempre, la gente torna a casa.” e chi dice così non può non parlare di cose belle e infine perché, come sappiamo tutti, parlare di musica è come ballare di architettura.
Tracklist:
1 Rospo
2 Tra La Gente a Posto Tutto Scorre Normalmente
3 Trentenni in Pausa Pranzo
4 Sensibile
Comments