Nobody Cried For Dinosaurs: in dieci artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- Sep 15, 2014
- 3 min read
La band pronta a raccontarci un po' quali sono i loro punti di riferimento musicali sono i Nobody Cried For Dinosaurs, gruppo milanese dalla formazione cangiante e dai gusti ricercati. Qui potete leggere la nostra recensione del loro EP. Ecco le loro scelte!

Metronomy - Subito al primo posto per chiarire le priorità. I Metronomy sono straordinari su così tanti livelli che ci viene da piangere mentre scriviamo. Night Out è un capolavoro incredibile che riascoltiamo a settimane alterne solo per ricordarci quanto siamo scarsi in confronto.

Late of The Pier - Da sempre cardini dei nostri DJ set e stelle polari nelle nostre notti di clubbing, i LoTP ci hanno aperto la mente con la loro follia compositiva nei tardi anni duemila. E' sicuramente uno dei dischi meglio riusciti di quel periodo di incontro fra """indie-rock""" ad elettronica.

Mystery Jets - I MJ sono una band fantastica per un milione e mezzo di ragioni, dalla loro particolare storia alla loro poliedricità sono una delle band che più teniamo a portata di mano. Live sono bravissimi e la loro abilità nello scrivere sia pezzi “felici” che “non”, mantenendo una qualità altissima di testi e arrangiamenti è per noi di super ispirazione.

Arcade Fire - Ok, non siamo nati in Canada però quando Win canta delle periferie e della giovinezza ci sembra di essere cresciuti con loro, negli gli stessi parcheggi vuoti e con la voglia di scappare nei boschi. Sono i fratelli maggiori che avremmo sempre voluto avere.

Bombay Bicycle Club - I BBC hanno saputo evolversi in maniera sempre molto personale sfornando quattro dischi che seppur diversissimi fra loro hanno in comune una cura per gli arrangiamenti e per le melodie incredibili. Dopo “I Had The Blues But I Shook Them Loose” tutti si aspettavano un’altro disco tiratissimo di chitarre spigolose e loro hanno fatto Flaws, un disco totalmente acustico, morbidissimo, caldissimo. L’ultimo poi, “So Long, See You Tomorrow" anche se un po’ in ritardo sul trend generale è una gemma di “indie-dance” ,veramente bello.

Housse De Racket - Kitsunè dai Two Doors Cinema in poi è stata per noi un punto di riferimento fondamentale, il french touch è la forma di elettronica che più apprezziamo e gli Housse De Racket esprimono benissimo il connubbio fra chitarrini e scuola francese.

Haim - Le tre sorelle californiane sono entrate di prepotenza nella nostra routine da prima ancora di “Days Are Gone”. Le ascoltavamo quando non c’era ancora un disco vero e proprio ma solo singoli e b-side sparsi per il web, hanno l’attitudine anni ’80 che ci carica e poi hanno le nostre età in pratica. (In più Gabri ha un debole per quella bruttina, la bassista che fa le facce..)

The Virgins - I Virgins sono per noi una ferita aperta, siamo da sempre loro grandi fan, tanto che in gioventù eravamo soliti suonare un loro pezzo live, l’anno scorso avremmo dovuto far loro da opening act nella data milanese del tour, sfortunatamente un mese prima circa si sono sciolti………………………….

Wavves - Il lo-fi è quando: necessità d’espressione > dei mezzi tecnici, nel 2010 li abbiamo visti live alla prima data italiana e ci hanno detto più loro con tre power chord fuzzati di moltissime delle altre band che ascoltavamo in quel periodo. Da quella sera in poi è stato solo amore e california.

Foals - Li mettiamo per ultimi ma sono forse la band per noi più importante, sono i nostri preferiti in assoluto, anche se forse non li sentite nei nostri pezzi sappiate che i nostri cuori appartengono a loro. L’anno scorso abbiamo avuto modo di andare per la prima volta tutti assieme ad un loro concerto e ci sembrava di essere alla nostre feste di battesimo-compleanno e laurea tutte assieme.
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