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Intervista a Impression Materials

  • Roberto Checchi
  • Sep 25, 2014
  • 3 min read

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E’ un piacere avere la possibilità di intervistare un nuovo cantautore.

Malgrado intervistare gruppi relativamente famosi nella scena indie italiana sia una figata, si tende a “riciclare” sempre le stesse domande, mancando così la novità dell’intervista X rispetto alla X-1 uscita poco tempo prima.

Cominciamo dalle basi, proprio come per la recensione del disco.

Chi sono gli Impression Materials?

Badate bene, vogliamo tutto, come una pagina di wikipedia, niente risposte stringate!

-Prima di tutto grazie per il tempo e l’attenzione concessi. Gli Impression Materials nascono più o meno nel 2011; nascono come esigenza personale, dal desiderio di stare per un po’ da soli dal punto di vista musicale. Molto semplicemente sentivo l’esigenza di fare le cose interamente a modo mio. Non ho dato a questo progetto il mio nome perché sapevo già che più avanti avrei coinvolto altre persone (come di fatto sta succedendo ora per il nuovo EP “DRY”) e perché non volevo farmi prendere da manie di protagonismo. Non sto a dirvi dove e quanto ho suonato, le aperture che ho fatto ecc.

Sono robe un po’ noiose da sentir dire. Dico solo che ora sento che il progetto ha raggiunto la giusta direzione e io sono molto più consapevole di cosa posso e voglio fare.

Alle mie spalle ho una demo e un album. Come dicevo prima è appena uscito un nuovo EP che si potrà scaricare gratuitamente sul mio (nostro) profilo bandcamp. Come vi spiegherò dopo, invece, ho in cantiere un nuovo album per l’anno 2015.

Come mai hai scelto questa particolare commistione di generi? Sei abbastanza controcorrente rispetto alla maggior parte dei gruppi emergenti di questi ultimi anni.

- Sono sicuramente controcorrente rispetto a ciò che offre il mercato italiano indipendente ed emergente (molto valido, tra l’altro!). A volte mi piace scherzarci su e dire che lo faccio per scelta, per fare il finto snob ricercato. La verità è che ho scelto e affinato, nel corso di questi quattro anni, questo genere musicale perché non l’ho scelto affatto. Mi spiego: credo che per trasmettere veramente qualcosa attraverso la musica devi sentirti addosso quello che fai; la cosa bella è che se te lo senti veramente tuo allora anche il pubblico se ne accorge. Tutto ciò è per dire che io faccio quello che mi viene naturale e che sento mio, non mi interessa particolarmente di quanta gente lo ascolterà con partecipazione o se il mio prodotto è all’altezza del “mercato medio”. E poi, se essere me stesso vuol dire suonare un po’ “vecchio” e “antimoda”, la cosa ha anche il suo fascino per me.

Quale è il tuo punto di riferimento? Musicalmente e non.

In questi ultimi mesi Ryan Adams. Badate bene che non ha la “B” all’inizio del nome.

Con chi ti piacerebbe fare uno split? Hai mai pensato a qualche cover particolare da proporre live?

Cover: ne ho suonate di troppo squallide quand’ero ragazzino. Fino alla prossima vita sono a posto (a meno che non si tratti di un brano altamente sconosciuto).

Ho da poco scoperto il concetto di split ed è molto interessante. Tolto che quando scrivo sto già facendo uno split con me stesso (e ci litigo parecchio con me medesimo meco), mi vengono in mente due nomi di colleghi, con i quali “splitterei”, che conosco di persona: Hola! la Poyana e Pocket Chestnut. Diciamo che quando sento loro mi sento meno solo qui in Italia.

L’EP è il primo passo per un nuovo album? Puoi darci qualche anticipazione?

L’EP “DRY” è nato MENTRE facevo l’album. Non vedo l’ora di vedere come i brani del prossimo album verranno influenzati da dei brani scritti dopo ma usciti prima! Un’anticipazione ve la posso dare: penso proprio che a me piacerà!

Come e dove vorresti essere da qui a 10 anni? La prospettiva di lungo periodo è sempre molto complessa per chi tenta di fare musica negli anni 10.

Una villa a Panama mi farebbe molto comodo, sicuramente, ma diciamo che i margarita me li posso bere anche sul balcone di casa mia in Brianza. Non so se è chiara la metafora: ho delle grandi ambizioni, sono un sognatore, ma mi aspetto anche di arrivare ad un punto in cui magari mi dovrò accontentare. Detto ciò le mie prospettive sono quelle di essere seguito da mezzo mondo (tre miliardi e mezzo sono tanti eh), oppure in alternativa mi accontento anche di avere il mio piccolo seguito e guadagnarci il giusto che mi serve per campare (o anche campari).

Hai in programma un tour o un mini-tour nazionale e\o internazionale?

Intendi entro i dieci anni dei quali si parlava prima? Spero di si.

 
 
 

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