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Fast Animals and Slow Kids - Alaska

  • Roberto Checchi
  • Oct 3, 2014
  • 2 min read

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Lo abbiamo aspettato.

Lo abbiamo desiderato.

Finalmente è arrivato.

E’ uscito il nuovo album della band rivelazione italiana dell’ultimo anno.

Lo premetto, stavolta non riuscirò ad essere obiettivo, non dopo quel capolavoro che è stato Hybris.

E poi sono praticamente l’unica band italiana che fa rock degna di nota da molto tempo a questa parte (o almeno l’unica dacchè mi ricordi).

10 brani, che spero abbiate ascoltato su RockIt prima o su qualsiasi altro strumento.

Il gruppo perugino torna più carico che mai, dopo un periodo di “riflessione” nelle sperdute campagne italiche che tanto gli aveva fatto bene all’alba del primo album.

Alaska riparte da dove ci avevano lasciati, con la rabbia che li contraddistingue e i testi a farti incazzare, ragionare, riflettere.

E’ una storia, divisa in atti, in cui il primo e l’ultimo brano, Overture e Grand Final, sono l’unico scampolo di lingua straniera in questo italianissimo disco.

E’ una storia di tutti i giorni, urlata al mondo come solo i “Freghi” sanno fare, ma con una nuova maturità, una maggiore conoscenza delle proprie capacità e di dove si vuole arrivare.

Non è più “solo” casino, per intenderci, con pezzi, come “Il vincente”, di una struggente malinconia, che rimandano alle ballads d’altri tempi, mentre “Calci in faccia”, “Con chi pensi di parlare” e il singolo “Come reagire al presente” sono più un “more of the same”.

Stesso stile, quello di cui ci siamo innamorati, di cui non ci stancheremo mai.

Alaska non è paragonabile al precedente Hybris , è simile in alcuni punti, diverso in altri, ma è diverso dal precedente. Meglio? Peggio? Saranno necessarie molte decine di ascolti prima di poterlo affermare, ma per allora sapremo a memoria le nuove canzoni e non ci interesserà più.

L’unica cosa che vorremo sarà perdere la voce (e una spalla o una gamba) cantando senza neanche respirare ogni singola parola di ogni singolo pezzo in quell’accozzaglia di corpi, sudore e grinta che caratterizza ogni live che Aimone e gli altri sanno regalarci.

Continuate così, non chiediamo altro.

P.S. il primo novembre il sottoscritto sarà uno dei pazzi nella prima data del nuovo tour, all’Urban di Perugia, vera e propria tana dei fask, aspettatevi una recensione del live al cardiopalma.

 
 
 

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