Il Geometra: in cinque artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- Oct 8, 2014
- 3 min read
Questa volta è il turno de Il Geometra, band nata da pochissimo con base a Foligno che promette tante belle cose. Cliccate qui per leggere cosa abbiamo scritto del loro primo lavoro.
Innanzitutto un sentito ringraziamento a tutta la redazione di Indipendent Reviews per aver manifestato tenerezza nei confronti di questo piccolo complessino di paese che si divide tra l’abbeveraggio degli animali da cortile e la musica analogica/digitale/che noi siamo diversi perché.
La scelta di 5 artisti che ci rappresentino in qualche modo, rappresenta il facile assist verso un orgasmo di autocelebrazione onanista in cui potremmo lasciar intendere che “il modo di gestire gli arpeggiatori lo abbiamo imparato da…” oppure che “l’idea di impostare la chitarra come se fosse un carillon barocco ci è venuta ascoltando …”. La cosa ci spaventa e ci fa sentire inadeguati perché conosciamo pochissime band in realtà; abbiamo dato uno sguardo agli elenchi compilati da altri esimi colleghi per questa rubrica e ci siamo sentiti come quando alle superiori ci veniva insegnata la trigonometria: impotenti, impauriti e colti dal dubbio che il dottore fosse stato troppo avventato nel dire alle nostre madri che godevamo di ottima salute quando siamo nati.
Da qui la decisione di mettere sul piatto 5 nomi scontati, poco arguti e che non genereranno il classico atteggiamento di curiosità/senso di inferiorità da parte del lettore medio che si confronta con i gusti dell’”artista”, al contrario: il fruitore di questo contenuto si sentirà ringalluzzito dalla consapevolezza di avere gusti molto più raffinati rispetto a quelli di 3 persone che si presentano come “operatori del settore”, uscirà quindi di casa, acquisterà una chitarra e scriverà un concept sulla vita di quelli che bonificano gli argini dei fiumi lottando con le nutrie, sentendosi legittimato dalla sua oggettiva superiorità cognitiva/musicale.
Bando alle elucubrazioni e fuori i nomi:

-Dire Straits: il complesso a cui due terzi della nostra band ha sacrificato grande parte della propria vita, Mark Knoplfer rappresenta per noi ben più di un padre, è uno spirito guida. Ci siamo infatti “formati” musicalmente suonando in una tribute band ai dire straits, io personalmente non ho fatto altro che sognare di suonare come Mark da quando ho avuto una coscienza in grado di distinguere il bene dal male; a quindici anni ero forse il più piccolo aspirante emulo di questo Paese, ovviamente questo ha fatto di me l’adolescente meno fico d’Europa. Il mondo delle tribute band è fatto di odio verso tutte le altre tribute band, di locali in cui la musica dal vivo non ha ragione di esistere e di vestiti anni ’80 ridicoli. Dio solo sa quanto amiamo quel mondo.

-Fabrizio De Andrè: è semplicemente il più grande Arstista che l’umanità abbia mai conosciuto, nessuno potrà mai avvicinarsi al suo livello, questo genera la domanda “perché allora scriviamo canzoni?”, la risposta non esiste, non ha effettivamente alcun senso, domani facciamo domanda alle Poste.

-Francesco De Gregori: è il cavaliere oscuro della musica italiana. La nostra band è molto legata alla canzone “La casa di Hilde”; all’epoca noi tre ci vedevamo qualche volta a casa mia e strimpellavamo i chitarrini mentre bevevamo come badanti bielorusse. Una sera Frà (il nostro Frà) si è messo a suonare e cantare questa canzone e ho pensato che sarebbe stato bello provare a scrivere una cosa simile, anche se il risultato fosse stato anni luce lontano da quella magia.. evidentemente abbiamo fallito, però speriamo lo stesso di diventare ricchi.

-Franco Battiato: è l’artista più raffinato, intelligente ed eclettico che conosciamo, quando lo ascolti provi amore e rabbia perché non capisci come possa aver creato delle cose così perfette trenta anni fa…A quel punto puoi solo odiarti, guardarti allo specchio e dirti che ti fai schifo mentre trangugi il gelato Valsoia.

-Joe Natta: Spotify lo mette tra gli Artisti simili al Geometra. Come nascondere l’evidenza? E’ ovvio che brani immortali come “A te ti puzza il culo” e “Cagarella” sono stati una limpida sorgente da cui bere a piene mani per comporre - con umiltà e senza mai azzardare un confronto con il Maestro- i nostri brani.
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