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Thegiornalisti - Fuoricampo

  • Roberto Checchi
  • Oct 14, 2014
  • 2 min read

Fuoricampo_cover.jpg

Ho conosciuto i Thegiornalisti imbattendomi casualmente nella lista che riassume tutti gli insulti che nel tempo hanno lanciato dalla loro pagina facebook (Se volete leggerli li trovate qui ).

Oltre al fatto che alcuni di questi sono estremamente divertenti (tipo, malgrado tutto il bene che voglio al caro Contessa, il tagliente “I Cani c’hanno l’unico frontman che ai concerti non scopa ”), la carrellata di frasi mi ha spinto a leggere la risposta indie su Bastonate, blog dove hanno scritto anche diversi musicisti della scena underground italiana (se siete curiosi trovate la risposta qui ).

Parliamo di una polemica vecchia, ormai spenta, che risale a due anni fa, quindi questo preambolo non avrebbe neanche senso… se non fosse che la terza tappa del mio viaggio alla ricerca della storia della band romana mi ha condotto alla loro pagina facebook.

Proprio in quei giorni era stato pubblicato il singolo che anticipava Fuoricampo, la traccia “Promiscuità”.

Messa in play dal tubo per pura curiosità, la traccia mi ha stregato dal primo ascolto, con conseguente messa in loop e condivisione della stessa allo sfinimento, corredata da commenti tipo “senti che bomba sto pezzo” o “ho trovato la chicca di questo autunno”.

Ormai esposto e novello fan, ho aspettato fremente l’uscita dell’album, con un misto di paura e speranza (Avranno fatto anche altre tracce valide o il singolo è anche l’unico pezzo decente?).

Bene, senza ulteriori ripensamenti si può affermare che:

-Il blogger di Bastonate aveva torto, i ragazzi sanno quello che fanno e il talento non manca

-l’album spacca dalla prima all’ultima traccia

Non vi aspettate il “solito” album, i 10 pezzi che compongono Fuoricampo sono un ritorno al passato, all’Italia che era.

C’è Battisti, c’è Bennato, c’è Califano.

Il cantautorato che ha contraddistinto la musica italiana di qualità dagli anni 60 è tutto riassunto qua, in ogni singolo pezzo, in ogni singola canzone, in ogni acuto.

Si inizia con “Per Lei”, pezzo di apertura del disco, in cui ci sono tracce di Cremonini, e lungo tutti i 36 minuti di altissimo livello si ha la sensazione di rivivere una di quelle domeniche d’estate di inizio anni 80, quelle che si vedono nelle foto sfocate senza filtri instagram dei nostri genitori, nei film in cui Jerry Calà era la star, quando il calcio era lo stadio e la rai era l’unica che faceva vedere i gol in TV.

I testi, attuali e poetici (basti pensare a “Proteggi questo tuo ragazzo”) sono sempre concisi, mai eccessivi, le parole non sono mai “vomitate” come invece succede per altri artisti indipendenti.

Fuoricampo è dunque il giusto connubio tra un disco ragionato ed uno di pura passione. Nulla sembra lasciato al caso, ma la naturalezza con cui ogni singolo dettaglio va al suo posto sorprende e affascina. Prendetevi una domenica pomeriggio libera, una di quelle assolate e malinconiche di questo ottobre quasi estivo. Peroni ghiacciata, senza distrazioni “social”, assaporate ogni minuto di questo malinconica sorpresa, ne varrà sicuramente la pena.

 
 
 

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