Vi raccontiamo "Piccola Sole Triste"
- Roberto Checchi
- Nov 5, 2014
- 1 min read
C'è un ragazzo perduto in un bosco, un florido bosco vergine. Gli alberi che non crollano mai e una città in lenta ricostruzione. Poi ci sono un pianoforte che brilla note distratte, archi che dipingono arcate di edifici che saranno. Qualcuno fischietta tremante, qualcuno canta di donne, di immagini che torneranno, come sotto le gru a ubriacarsi di nuovo. Poi c'è lo stesso giovane di prima, quello del bosco, che s'affaccia al cemento in faticosa ascesa.
E' l'ultimo video de l'Officina della Camomilla, firmato Musex. Un viaggio "dronico" girato all'Aquila, onirico ma disilluso, speranzoso ma realista. Il dualismo natura-naturamorta, la potenza espressiva delle immagini generate dalle tremanti parole del De Leo, la verità del disastro, la bellezza bucolica dei panorami abruzzesi: tutto in quattro minuti.
La deriva che incombe sulla città dimenticata assomiglia a quella vissuta dai personaggi descritti poi nel testo: è una deriva dolce quasi leopardiana, lo sciabordio della burocrazia, una culla nel tempo.
Eppure non c'è denuncia sociale, non c'è atto, non c'è opinione: una ripresa lenta chiude il clip, titoli di coda, logo Garrincha.
Forse mi lancero' in una lettura forzata dell'ultimo fotogramma, forse sbagliero', ma quel 2014 finale, quelle 4 cifre sullo sfondo nero: è lì un leggero senso di smarrimento, una verità, son passati 5 anni.
Ma De Leo non canta, come spesso ha affermato, di quello che si fa, ma di quello che si vorrebbe fare.
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