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Omosumo - Surfin' Gaza

  • Roberto Checchi
  • Dec 16, 2014
  • 2 min read

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Ci avviciniamo alla fine del 2014, il nuovo anno è alle porte, con una vagonata di hype e, si spera, di nuova musica indie capace di accompagnarci durante lunghe serate

di studio, live insanguinati e pomeriggi di pura riflessione esistenziale.

Non dobbiamo però scordarci che il 2014 non è stato avaro di buona musica e di sorprese.

Qua su indiependent reviews ne abbiamo recensite parecchie, come “Senontipiacefalostesso 2” dell’Officina della camomilla o il sorprendente “Fuoricampo” dei Thegiornalisti.

Ecco perchè, prima del 2015, è giusto recensire ancora una manciata di dischi alquanto meritevoli che ancora non avevamo trattato e meritano di essere etichettati come “sorprese”.

Uno di questi è Surfin’ Gaza degli Omosumo. Dietro un nome che è quasi un palindromo si cela un trio siciliano composto da Angelo Sicurella, Roberto Cammarata (Waines) e Antonio Di Martino (Dimartino). I tre, dopo 2 EP (si, oggi diamo i numeri) fanno il gran salto e pubblicano un disco composto da 9 tracce psichedelico, tra il dance e l’elettronica spinta, con una voce ipnotica ad accompagnare il tutto, che vi regalerà grandi emozioni e notti insonni.

A partire dal primo pezzo, Yuk, il ritmo conquista l’ascoltatore, poco abituato a questa commistione di generi, coinvolgendolo in un’immagine che permane per tutti i 30 minuti che rappresentano la somma delle parti, oltre che l’insieme delle singole canzoni.

E’ perfettamente riuscito il tentativo di trasmettere la sensazione della spiaggia di Gaza, dove il domani è un’incognita tra bombardamenti e diversità. Un luogo dove conoscersi e dimenticarsi, stringere amizie fraterne che l’indomani potrebbero finire. Consapevoli della pericolosità del luogo ma non per questo meno vogliosi di vivere il momento.

Nowhere e Atlantico ben rappresentano questa sensazione, mentre Dovunque altrove ci permette di immergerci, ad occhi chiusi, nella malinconia che permea la città, oltre il bel tempo e le onde.

E’ uscito il 30 settembre, ma questo album dalla breve durata rappresenta perfettamente la colonna sonora di un Natale che non ti aspettavi, ma potrebbe essere alle porte.

 
 
 

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