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JudA - Quel brevissimo istante in cui ti manchi

  • Roberto Checchi
  • Dec 28, 2014
  • 2 min read

Un disco difficile, lo ammetto. Lo ho ascoltato in più riprese. In una volta sola non sono riuscito, avevo bisogno di una pausa e magari di un po’ di silenzio. Non è il classico album da ascoltare tutto d’un fiato, a dir la verità è piuttosto pesante, forse anche per la durata delle tracce. di certo fuori dalla norma.

Buona la parte strumentale, anche se alla lunga stancante. Qualche traccia più orecchiabile di altre. Il brano a mia detta migliore, totalmente diverso dagli altri è "L’eleganza dei pensieri semplici" con Laura, la cantante degli Psychovox. molto più digeribile degli altri pezzi e quindi più apprezzabile. Spezza l’album creando un netto distacco, non si tratta solamente di eleganza, ma anche di leggerezza e semplicità, un’oasi di pace al centro della scaletta, una sorta di Svizzera. Un terreno pacifico in cui tutto rallenta e la rabbia che permea il resto del disco non riesce ad entrare.

Ciò che salta all’occhio, o meglio all’orecchio, in questo album è il disprezzo verso qualcosa più grande di noi, verso l’intero sistema. Sembra che le parole siano irrilevanti o quasi, per questo trio, che predilige gli strumenti alla voce.

Sembra vogliano dirci che è la sostanza ciò che conta.

In nuove invenzioni quella a cui si fa riferimento è la verità, che fa pensare che in fin dei conti sia solamente un punto di vista, e che, ovviamente, ne esistano molteplici, tutto dipende dal racconto che noi ne facciamo.

A quanto pare il sonno della ragione si è trasformato in un coma della ragione, eh goya? A cosa ci porterà? Se già il suo sonno crea dei mostri questo cosa produrrà?

 
 
 

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