Cruel Experience - Save the Nature Kill Yourself
- Roberto Checchi
- Jan 14, 2015
- 2 min read
Gli ultimi due anni sono stati all’insegna dello stile YOLO, in tutte le sue forme e interpretazioni. Tutti abbiamo assorbito bene il postulato del “ cogli l’attimo” e “ Cazzo! Si vive una volta sola”.
Per queste ragioni, alla fine del 2014, ho fermamente deciso che, almeno per me, il 2015 sarebbe stato all’insegna della noia, della poca esaltazione per qualsiasi tipo di evento mediatico e non. Il mio intento era lasciare che fossero gli altri a esaltarsi per me, a commentare su facebook per me, a mettere mi piace qua e la per me, a condividere post, album, recensioni di libri al mio posto. Esercitare il sacrosanto diritto di non dire la mia e di non esprimermi, ecco cosa volevo.
Sono stata fermamente convinta di tutto ciò fino a poche ore fa, quando improvvisamente ho avuto l’occasione di poter dire la mia su qualcosa che, alla fine, mi interessa davvero: i Cruel Experience.
Trio lucchese (come me), rock lo-fi, fuzz, garage, definitelo come vi pare, l’importante è che sappiate apprezzare la caotica armonia del loro ep: “Save the nature kill yourself”. Se siete irrequieti, se magari venite dalla provincia cronica e bigotta, ma anche no, se pensate che a volte fuggire potrebbe essere una liberazione allora collegatevi a internet e ascoltate.
Sarà come affrontare una storia emotiva comune a molti, passerete dalla sensazione di straniamento e di bisogno di alienarsi di “Wild situation”, a quella un po’ canzonatoria di “Party time”, alla fine quante volte siete finiti a feste a cui non sareste mai voluti andare dove vi sentite pure po’ a disagio, alla liberazione dell’ultima traccia: “Last day on earth”, una fuga che può essere reale come immaginaria, perché per fuggire, alla fine, basta anche rinchiudersi nella propria stanza e dimenticare quello che ci circonda.
Poesia, una poesia disordinata e libera, come i pensieri di chi non sopporta più i ritmi della società moderna e vorrebbe venire meno a questa forma di bulimia continuamente propinata dai social network: DEVI condividere, DEVI commentare, DEVI avere un’opinione.
Fatevi trascinare dalla musica, dal suo susseguirsi serrato ma non soffocante, dal suo essere ruvida quanto avvolgente.
Uccidetevi, almeno per qualche secondo.
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