Palinurus Elephas - Nostomania
- Roberto Checchi
- Jan 16, 2015
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Prendono il nome dall'aragosta mediterranea e in questo EP di 5 tracce mescolano pop, rock sixties, approccio lo-fi, cantautorato sui generis. Sono i Palinurus Elephas, arrivano dal Pavese e si presentano con Nostomania, il cui punto di forza è l'ignorare il senso comune per mescolare identità diverse, particolari, comunque interessanti (“Da nuvole pioggia” cita De André nel testo ma è una cavalcata che mescola pop, folk, un'eco lontana di gusti fusion: insomma, è incatalogabile, e questo è decisamente un bene).
Le pecche sono in certe ingenuità, che dividerei in due aree: l'area tecnica e quella lirica. A livello tecnico, nonostante i brani siano suonati ed arrangiati con gusto (per quanto folle), si nota un'asciuttezza sonora che a volte stride (la voce, alcuni suoni di chitarra, o di fiati). Per quanto riguarda le liriche, sebbene sia apprezzabile la ricerca di qualcosa di diverso dal solito, in alcuni frangenti si notano delle lacune: tra strafalcioni nei testi, qua e là, e un'interpretazione non sempre eccelsa, suonano spesso scollate dal resto, con un timbro, tra l'altro, che si fa fatica a prendere sul serio, e che penalizza tutto il reparto.
Insomma, un disco di idee interessanti, soprattutto perché fanno indovinare, alla loro origine, una libertà e una ricerca “eretica” che se ne sbatte di frontiere, definizioni, topoi. Un disco, comunque, per molti versi orecchiabile (vedi il finale di “Ulceralo che non muore”, o il ripetersi dell'inciso di “Adatta a tutto”). C'è però qualcosa che non convince appieno: personalmente trovo mediocre tutta la parte vocale, testi, linee, uso timbrico della voce (vedere lo stesso inciso di “Adatta a tutto” di cui si accennava più sopra); e ci sarebbe da fare più attenzione ai suoni, soprattutto di chitarra. Nostomania rimane un passatempo simpatico, con all'interno, forse, i semi per far nascere qualcosa di più. Vedremo nel tempo cosa frutteranno.
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