Il tuffo di Flavio Giurato.
- Roberto Checchi
- Jan 22, 2015
- 2 min read
Seguo da qualche tempo, su facebook, uno dei fondatori di Panico Concerti, tale Giuseppe Palmisano, che mi piace fare nomi e cognomi che poi magari lo cercate e vi guardate pure qualche bella sua foto e m’accusate di far pubblicità ma io non voglio far pubblicità che si tratta solo di dar a Cesare quel che è di Cesare, ogni tanto.
Comunque, dicevo, seguendo io Giuseppe Palmisano vengo a sapere, attraverso un suo euforico “status”, che Panico Concerti aggiunge alla sua squadra una lunga serie d’artisti: tutti interessantissimi sia chiaro, e validissimi, ma tra tutti un nome spicca, un nome e cognome. Flavio Giurato. E giù, sotto lo stato del Palmisano, standing ovation. Nella mia piccola realtà poco hipster invece puntini di sospensione, facce interrogative, messaggi lasciati visualizzati qualche minuto, giusto il tempo di ticchettare “F-L-A..” sulla barra di ricerca di Wikipedia e rispondermi prontamente “Il fratello di Luca Giurato?”. (Che poi, giusto il particolare più irrilevante: come se, chiedendo della Mussolini, vi rispondessero “ma chi, la nipote del Duce?” dimenticandosi di calendari e politica e scandali contemporanei. Problema italiota quello delle parentele che alimentano pregiudizi). Flavio Giurato, se ancora non lo sapete, se pensate che aprir Wikipedia e cercarlo vi rubi più tempo, ve lo spiego qui sotto chi è e chi è stato. Se invece vi fidate di più di Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Flavio_Giurato se invece siete complottisti, non vi fidate di Wikipedia, la snobbate e vi piace andar direttamente alla fonte http://www.flaviogiurato.it/pag/volevo.htm Flavio Giurato è stato un luminare, un artista di quelli che se lo nomini a molti papà non dice niente ma a molti altri brillano gli occhi, un cantautore di nicchia, una nicchia artistica di quelle che danno tante soddisfazioni e poco mercato. Flavio Giurato è stato la raffinatezza che s’insinua, un’artista che come cavalluccio marino di un’epoca lontana è sopravvissuto nei fiordi della rete, habitat non proprio ma acquisito. Rivedere il suo nome, e nel suo nome ricordare, con la nostalgia di musica vista solo per riflesso, un cantautorato veramente poetico, mi ha commosso. A cavallo degli anni 70 e 80 tre 33 giri che son rimasti, ci son rimasti. Uno in particolare, un canto di rinascita e speranza, nemmeno 2 minuti di volontà di potenza, di autoaffermazione nel ritorno, “Il tuffatore”. E speriamo che oggi, anche grazie a Panico concerti, Giurato possa passare dall’Aria, dall’Etere, da Internet, all’acqua, e che il tuffo nelle folle sia spettacolare.
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