L’orso – Biko Club, Milano, 05/02/2015
- Roberto Checchi
- Feb 7, 2015
- 2 min read
Sorprendente.
L’Orso, dalla sua nascita, è un gruppo a cui ho sempre associato questo aggettivo. Dopo averli sentiti ieri sera al Biko, non posso che confermare quanto siano capaci di stupirmi.
Prima dell’uscita del nuovo album, ero conquistato dalla semplicità e dalla dolcezza dei testi, accompagnata da arrangiamenti senza fronzoli, studiati per fare da cornice a racconti intensi e spontanei allo stesso tempo. Il pregio meraviglioso del gruppo era quello di essere bravissimi a trasportare quelle stesse emozioni sul palco, proponendosi con dei live intimi e coinvolgenti.
Ieri sera ho scoperto una nuova dimensione di questo gruppo che mi ha sorpreso e conquistato. Il cambio di formazione ha portato un suono completamente nuovo che l’album, peraltro curato splendidamente nella produzione, non è riuscito a farmi apprezzare del tutto. Avevo paura che perdessero un po’ la loro identità ma ci hanno messo tre canzoni per farmi ricredere completamente. La scaletta alterna pezzi nuovi e pezzi vecchi ed è sorprendente come il passaggio tra “Post-it” e “Ottobre come Settembre” o tra “Giorni Migliori” e “Invitami per un tè” sia così naturale. Omar, Francesco e Niccolò hanno rivoluzionato il suono conservando l’anima del gruppo e gli arrangiamenti nuovi per i pezzi degli anni scorsi sono veramente bellissimi. L’apporto di un pizzico di Stato Sociale (con Lodo che fa anche una comparsata sul palco per Baader-Meinhof) arricchisce ancora di più questa esperienza e mi regala il ricordo più bello e intenso della serata: la performance di “Come uno Shoegazer”.
L’Orso ha cambiato pelliccia ma è rimasto un gruppo che sa fare splendidamente una cosa: parlarti. E ama farlo da vicino, quando lo puoi sentire bene. Vale davvero la pena di ascoltarlo ed emozionarsi un po’.
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