The Exhibition Night, il racconto dell'ultima serata e i nuovi dettagli su quella del 21 Febbraio.
- Roberto Checchi
- Feb 13, 2015
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Le notti bergamasche in inverno sono fredde e nebbiose e a volte capita che la nebbia penetri anche i muri delle case, dei palazzi, e anche quelli dei locali, ed è quello che è successo ad Exhibition lo scorso gennaio.
Se c'eri lo sai, se non c'eri prova ad immaginare una spessa coltre bianca che invade tutto, e tutti. Questo era il suono di The Gluts, invadente e denso, così denso da non lasciar passare la luce attraverso i suoi micropulviscoli indemoniati. Se fosse un film, sarebbe certamente un Kenneth Anger.
La nebbia è stata poi spezzata a colpi di chitarre impazzite, alte, alte, acide al punto giusto, e di pedali sapientemente pigiati.
I Rev Rev Rev ci prendono a manate in faccia, ma senza farci male, e ci riportano per un po' in uno scantinato umido di fine anni 80. Ne usciamo emotivamente provati, e la cosa ci piace parecchio.
Non ci resta dunque che prepararci, sotto ogni aspetto, al prossimo appuntamento. Il 21 febbraio sarà la numero 30. Cifra tonda, boom. Per celebrare l'occasione vi abbiamo riservato una combo indimenticabile, segnatevi la data e segnatevi bene anche due nomi: Blind Tigers e The Yellow Traffic Light.
I Blind Tigers sono “quattro tigri che danzano in cerchio vagando nella buia e frenetica foresta egoistica del mondo. La danza ossessiva fluisce nei corpi inebriando il divampante fulgore dei loro occhi.” Ecco. Così è come si presentano i ragazzi, e, davvero non c'è descrizione più calzante. Vi parleremo presto di come sono live e delle performance di Vasco (il frontman) sul palco, intanto, visto che ci piace evocare immagini cinematografiche, vi lasceremo dicendovi che i Blind Tigers sono “Milano odia: la polizia non può sparare” che cerca di mangiarsi “Blow Up” . Enough said.
Dalla foresta selvaggia si passa alla metropoli con The Yellow Traffic Light: giovani, senza barba, ambiziosi seguaci dell'ala più pop dello shoegaze. Immaginatevi Andy Bell nel pre Oasis che si moltiplica e forma una band con i suoi cloni. Ecco, adesso aggiungete un pizzico di esoterismo torinese decadente e un forte penchant per il buon gusto e le chiome ordinate. Ci siete quasi, al cocktail manca solo l'elemento essenziale: le canzoni. E i ragazzi ne hanno, delle migliori. Provare per credere.
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