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Colapesce - Egomostro

  • Roberto Checchi
  • Feb 26, 2015
  • 1 min read

Non so se Colpasce prima di lavorare al suo "Egomostro" abbia letto, per caso, "La fenomenologia dello spirito di Hegel", eppure io ci vedo molto della filosofia hegeliana.

I testi delle canzoni si spostano dall’ idea in sé per sé, all’ idea fuori di sé, come dire: Lorenzo guardandosi dentro, si guarda intorno. Le sfaccettature del mondo, forse, non sono che un riflesso di se stessi. E di nuovo si ritorna a Hegel: si passa dal considerare i concetti opposti del pensiero come del tutto distinti e separati gli uni dagli altri, alla dimostrazione che ogni concetto, per essere compreso, va messo in relazione con la sua negazione. Il testo di "Copperfield" sembra mandarci in questa direzione, quella di capire in fondo, proprio in fondo a noi, la paura, la fine, le emozioni. Le emozioni sono il leitmotiv di questo disco.

Rispetto a "Un meraviglioso declino" si fa più apertamente riferimento ai propri dubbi e alle proprie paure. Il punto di forza di questo disco, che riesce a salvarlo da quel limbo di cd così introspettivi da far percepire una distanza troppo incolmabile tra l’autore e l’ascoltatore, è la musica. Le sonorità piacevoli e decise, che quasi si scontrano con la fragilità e le incertezze del testo, rendono il tutto apprezzabile. Aiutano a una facile fruizione del disco anche le fotografie che Lorenzo riesce a scattare nei suoi testi, le metafore come “il fucile carico a paure” (un’immagine bellissima, secondo me) fanno sì che questa distanza sia colmata dall’empatia.

Questo disco è un ottimo disco.

 
 
 

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