Rami - Il Presente di Qualcun Altro
- Roberto Checchi
- Feb 26, 2015
- 1 min read

Per farvi capire quel che ho in testa ora voglio citare una frase: "Quando, come un coperchio, il cielo pesa greve / schiaccia l'anima che geme nel suo eterno tedio". È tratta da una bellissima poesia di Baudelaire, Spleen. Una delle mie preferite.
Chiedersi come mai abbia esordito così sarebbe più che lecito. La spiegazione è semplice: il cielo è bianco sporco, pesantissimo, me lo sento addosso. Ma oggi ho trovato un album che fa al caso mio, si chiama "Il Presente Di Qualcun Altro" dei Rami. Anch'esso si incolla addosso, proprio come la noia palpabile del cielo, ma sortisce l'effetto opposto. È la cura a questo spleen.
Ascolto dopo ascolto squarcia la monotonia circostante in modo crescente e mi riporta a galla.
Il fatto che duri poco più d'un quarto d'ora permette di ascoltarlo più e più volte, senza risultare in alcun modo ripetitivo, ma anzi accumulando dettagli.
Una bomba emo-hardcore da non perdersi per nessun motivo.
Mi è rimasta appiccicata una frase in particolare, è del primo pezzo (Pareti), "Per quanto io possa esser cambiato ripeto i miei sbagli in ordine sparso".
È riuscito a stregarmi già dal primo ascolto apparendo come un album che conosco da anni. Ora non resta che imparare a memoria le canzoni ed andare a cantarle a squarciagola ad un loro concerto, appena sotto la transenna.
Comentários