Dance With The Bear: in 10 artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- Apr 11, 2015
- 2 min read

E' passato tanto tempo, lo sappiamo, ma torna carichissima la nostra usuale rubrica. Torna con una band ferrarese, i Dance With The Bear. Ci hanno raccontato gli artisti che più li hanno influenzati e vi sfidiamo a non apprezzare i nomi che tra poco leggerete, basta chiacchiere, lasciamo la parola al gruppo.

Bloody Beetroots : C’è poco da dire. Ha cambiato il modo globale di concepire l’elettronica e la musica rock e ci ha dato l’ispirazione definitiva. Suoni travolgenti, quando il synthone di warp è uscito ci siamo immediatamente svegliati dal torpore della nostra ubriachezza nel club e ci siamo messi a pogare come se non ci fosse un domani.

Foo Fighters: ognuno di noi ha sognato di essere Dave Grohl almeno una volta. Non solo per i Nirvana, ma per il gusto di essere musicista e ringraziare ogni giorno di esserlo.

Digitalism: Eravamo io (Panca) e Tommy al Kindergarten a Bologna in una delle serate forse più impegnative dal punto di vista dell’alcolismo quando sono usciti loro. Da lì amore infinito, li metto su in qualsiasi situazione. Semplicemente fantastici, ci accarezzano con suoni indie per poi schiaffeggiarci con synth motosega e bassi profondissimi. Bellissimo.

Muse: Anche loro fanno parte di quelle band che abbiamo più o meno tutti riascoltato in quasi tutti i loro tour, nelle loro diverse evoluzioni, a partire da Absolution. Di Supermassive black hole abbiamo anche deciso di riarrangiarci una cover in stile Bears con “synth” e “dutch” a corredo ed il risultato live è figo. Soprattutto perché è un pezzo strepitoso.

Boys Noize: In Italia non suona quasi mai. Panca è andato persino a Londra al Fabric per un live. Live è eccezionale, è capace di tenerti ore e ore e ti accorgi che è finita solo quando il buttafuori del club ti fa notare che fuori c’è il sole. Altrimenti staresti ancora li.

Ministri: Sono una band italiana che apprezziamo moltissimo. Senza troppi fronzoli, escono e suonano e i pezzi ci piacciono moltissimo. “Fuori” è un gran disco, da viaggio, in treno, in piedi, pendolare tra Ferrara e Bologna nel carro bestiame ed il pezzo “mangio la terra” assordante in cuffia. Esperienza unica.

Does it offend you, yeah!? Sono la risposta elettronica che ti aspetti dall’Inghilterra. Calma, non voglio dire che sono scontati, anzi, mentre tutti fanno a gara a chi fa il synth motosega più violento loro ti fregano con una basso elettrico distorto che mette a tacere tutti. Gran band.

Daft Punk: (Panca) Quando sono andato a Parigi mi sono chiesto perché la guida non menzionasse i Daft Punk e i luoghi dove hanno suonato. Ognuno di noi quattro ha messo il rec al proprio videoregistratore per registrare Around The World quando passava il video. We Are Humans After All….loro no….non sono umani…. Sono storia.

Rage against the machine: Chiariamoci: tutti noi abbiamo esultato quando sono stati formati gli Audioslave. Rivedere i Rage con Chris Cornell è stato qualcosa di elettrizzante. Però quando riascoltiamo Bombtrack oppure Sleep Now in The Fire ci chiediamo quando fanno il prossimo tour, anche senza disco, basta pogare.

Justice: Because We are….Your Friends, You’ll never be alone again….Tutte le volte che la ascoltiamo ci chiediamo sempre una sola cosa: ma il basso è finto!?!? Non l’abbiamo ancora capito….spettacolari.
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