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Intervista ai Moplen

  • Roberto Checchi
  • Apr 25, 2015
  • 3 min read

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Dopo aver sentito i Moplen suonare in apertura all'Orso (qui il live-report), al Mame, mi sono chiesto "perché non saperne di più su di loro?" così mi sono fatto spudoratamente invitare a cena, ecco cosa ne è uscito:

Come si è formata la band? E perché?

Max: Si è formata nel 2012 perché avevo voglia di fare qualcosa di nuovo e venivo da un trascorso indie in inglese, volevo fare qualcosa di nuovo in stile Editors. Poi ho trovato una bassista (che poco dopo ha lasciato il gruppo) ed un batterista che ho conosciuto ad una festa (Ale), l'anno scorso è entrato Jesse, poi Novak ha tirato fuori l'idea di cantare in italiano. Novak: all'inizio cantavamo in inglese, poi abbiamo deciso di cantare in italiano, con atmosfere leggermente più cupe. Poi si è aggiunto Digi alle tastiere. [if !supportLineBreakNewLine] [endif]

Perché la scelta di cantare in italiano?

Pensiamo che si possa avere un suono internazionale anche senza cantare in inglese, e poi Max non ne è in grado! (ride) Sicuramente in italiano le nostre capacità espressive sono migliori.

Come mai il genere pop?

E' stato un compromesso, avevamo tutti un background diverso, ed ora ognuno esercita le sue influenze sul suono. [if !supportLineBreakNewLine] [endif]

Perché fate musica? Domanda jolly.

Risposta ignorante: perché fa figo e attira le ragazze.

Risposta seria: ci piace la musica, e da sempre siamo immersi nella musica. Io faccio un corso magistrale di Musicologia (Digi). Noi ci crediamo. Siamo tra amici e ci divertiamo. L'ultimo anno ci ha dato lo slancio, ci ha motivato la gente, perché vediamo che si diverte e noi ci divertiamo con loro, il divertimento è connaturato alla nostra musica.

Nella canzone “Non giudico” vi chiedete a chi dovreste ispirarvi per fare musica ai giorni nostri. Ora ve lo chiedo io.

Ci piaceva molto Lo Stato Sociale, ora è diventato un fenomeno forse un po' troppo da “popolino”, quando prima era un po' più di nicchia. A me (Max) piacciono molto I Cani, i Joy Division, i Franz Ferdinand, anche se a dir la verità non c'è una vera a propria risposta a questa domanda. Cerchiamo di ispirarci tra di noi.

Il nome “Moplen” da cosa deriva?

In realtà è passata una persona a caso, che ci ha detto “Sapete cos'è il Moplen? potreste chiamarvi così!”. Ci ha spiegato la storia del Moplen, ci ha interessato, suonava bene e l'abbiamo scelta. È stata la prima materia isoplastica inventata, unico premio Nobel alla chimica italiano, un nome internazionale ma comunque italiano.

Una canzone a testa che vi piace particolarmente? Visto che ora sappiamo che saranno tutte diverse.

Ale: Foals – Inhaler

Novak: Eye Dozer – Spirit Club Max: Riccardo Cocciante – Margherita Digi: Elio E Le Storie Tese – Plafone

Jesse: Bugo – Nel Giro Giusto

Fabio: Baha Men – Who Let The Dogs Out

Canzoni che vi accomunano?

Nessuna in realtà! Chi è Marino?

È la descrizione di un conoscente, la cui vita non è troppo felice. Lui non sa di questa canzone perché non ci sembra proprio bello dire che era per lui e la sua vita triste. Una tristezza che fa felicità.

Come vengono fuori le vostre canzoni?

Ognuno scrive, poi prendiamo un testo e lo riguardiamo insieme, uniamo gli strumenti. Poche note che funzionano. È bello perché riusciamo a parlarci molto, cerchiamo di darci una mano, provando a non buttare via niente ma a migliorare quello che abbiamo.

Cosa pensate dell'ambiente musicale italiano? E generale?

Non siamo ancora in grado di poter parlare di ambiente, a livello di industria musicale non funziona così male però è un po' in decadenza. Le etichette indipendenti hanno cominciato ad incicciottirsi un po' di più, che non è un bene o un male

Fate un'uscita di scena ad effetto, tipo la frase di chiusura dei film che da senso a tutto il film:

Mai scendere di grado, mai scendere dal drago.

 
 
 

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