The Yellow Traffic Light: in 8 artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- May 7, 2015
- 3 min read

Nuovo appuntamento con la nostra ormai consueta rubrica. Gli ospiti di oggi sono i The Yellow Traffic Light, giovane band torinese in bilico tra Shoegaze e Dream-Pop.
Ascoltando il loro ultimo Ep, "Dreamless", coglierete le influenze più variegate ed è anche per questo che leggendo quali sono gli artisti che più li hanno segnati nella loro formazione potrete sicuramente cogliere degli spunti interessanti. Buona lettura!

Tame Impala: I Tame Impala sono uno dei nostri gruppi preferiti, da quando è uscito il loro debut album “Innerspeaker” hanno fatto riscoprire un genere da tempo dimenticato soprattutto aggiungendo alla psichedelia anni 60 delle sfumature del moderno pop.

Ride: Sono stati uno dei gruppi di punta della Creation Records negli anni 90 divenendo oggi uno dei punti di riferimento per tutte le nuove band shoegaze. I loro album sono spesso presenti durante i nostri viaggi in macchina e dopo la loro reunion non vediamo l'ora di vederli in Italia!

Toy: I Toy ci hanno sorpreso in un live a Torino durante una di quelle notti piovose e piene di nebbia di novembre. I loro riff kraut-psichedelici mandano le nostre mentii verso l’infinito. Grande ispirazione per tutti noi.

Sonic Youth: I Sonic youth, band devota al suono della chitarra quanto lo siamo noi, sono la fonte dei lunghi feedback che costellano le nostre canzoni nei concerti e di una profonda sperimentazione sulla chitarra propria soprattutto del chitarrista Thurston Moore, come particolari accordature e effetti. La nostra esperienza riguardo questa band fondamentale non va oltre un ascolto indiretto purtroppo, nonostante ciò hanno contribuito a plasmare la nostra non curanza verso l'udito altrui.

Spacemen 3: Cosa non manca alle nostre collezioni di vinili è The Perfect Prescription degli Spaceman 3, il quale nonostante il rudimentale impianto lo-fi del nostro giradischi riesce a trasportarci in altri pianeti dove i ripetitivi e ipnotici brani fanno da padroni. Spazio.

Temples: inglesi stilosi che riescono a riportare i BYRDS in chiave moderna ricca di fuzz e vestiti brillantinati. Eravamo alla Route du Rock a Saint Malo quando luca (batterista) sorvolava la folla sotto le loro fantasiose note per poi sbattere la testa nel fango, crowd surfing da manuale. Ogni tanto ci ritroviamo ancora a canticchiare i loro ritornelli e riff che viaggiano tra i nostri pensieri ormai da più di un anno.

Mac Demarco: artista candese dal dream pop jazzato e spensierato è stato forse il primo artista che abbiamo conosciuto della scena indie americana che fa capo all'etichetta di new york: "captured tracks". Scoperto nel 2012 con "2" ed in particolare attraverso il video in vhs dalle atmosfere nineties di "ode to viceroy" ci ha letteralmente stregato e influenzato sia esteticamente che musicalmente tanto da averlo propinato in loop.

Diiv : Discorso simile è quello riguardo i newyorkesi Diiv. Capitanati dall'ex membro dei beach fossils, Zachary Cole Smith. Scoperti nel roster di captured e subito senza la potenza magica rintracciabile in mac demarco ascoltati e apprezzati per un suono tra dream pop kraut e shoegaze. Oshin unico album per ora uscito è entrato nel nostro circolo sanguigno e non ci ha ancora abbandonato, anche se come al solito dopo l'ennesimo ascolto ora a due anni di distanza comincia a risentire della sua ripetitività come spesso accade quando si ascolta per troppo tempo e tanto appassionatamente una band.
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