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Ulisse Schiavo - Viscera [EP]

  • Roberto Checchi
  • May 19, 2015
  • 2 min read

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Ascoltando "Viscera", il primo EP di Ulisse Schiavo uscito per Gas Vintage Records in collaborazione con Dischi Sotterranei e Studio 2 in data 15 maggio 2015, ho buttato giù uno schema che cercasse in qualche modo di racchiudere tutto quello che ho pensato e che mi permettesse di non dimenticare le sensazioni provate a caldo. Sì, perché pensare qualcosa d’impulso, scriverlo e poi rileggerlo a distanza di tempo, a freddo, può far cambiare completamente i punti di vista. La coerenza tra i due periodi è una sorta di prova della veridicità del nostro assunto. Il risultato del mio primo ascolto è un foglio bianco con poche parole cerchiate e collegate da qualche freccia.

È un album folk-blues che si dimostra duale non solo nel tipo di suono, ricavato da continue alternanze tra chitarra acustica ed elettrica, ma anche nel ritmo e negli accenti impreziosito da cambi repentini di velocità e determinazione, dalla commistione di plettrate energiche e dolce fingerpicking, cosa che non va assolutamente ad intaccare l’equilibrio globale. Duale in quanto gli opposti, per esistere, hanno bisogno l’uno dell’altro, e possono essere quindi solo compresenti.

In particolare una canzone mi ha colpito, si intitola "Wasted". Mi rimanda inevitabilmente al suono di John Butler, ed è proprio per questo che ha lasciato un solco così indelebile nella mia memoria. Ciò che caratterizza il blues è proprio l’essere malinconico e triste, sofferente. È questo che innegabilmente emerge. Però è il tipo di sofferenza che non se ne sta da sola, ma anzi, viene mescolata ad un pizzico di rabbia, è ciò che servirà poi a renderci più forti, solo se almeno una volta saremo abbastanza temerari da riuscire a sconfiggerla.

Rimanere nella quotidianità senza però rischiare di cadere nella monotonia della routine.

In apertura e chiusura “Last Saturday” in due versioni diverse (arranged e normale), che in entrambi i casi cade bene, sia all’inizio come una sorta di benvenuto che alla fine come un arrivederci.

 
 
 

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