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Mosquitoes - Zapp [EP]

  • Roberto Checchi
  • May 20, 2015
  • 1 min read

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Dopo aver appreso che sono in finale all’Emergenza festival, non potevo non riaffacciarmi verso il rock più puro per sentire cosa posso fare i Mosquitoes per la scena italiana.

Parte così una recensione quasi casuale di questa band umbra (a quanto pare una regione riesce a sfornare interessanti band indipendenti in quest’ultimo periodo) che mi ha permesso di scoprire un Ep (Zapp) sotto diversi aspetti sorprendente.

Partiamo dalla copertina: sono il solito rompiscatole che si innamora della copertina, prima che dei pezzi.

Essenziale, chiara, stilosa e senza fronzoli. Dura e pura, come i pezzi che compongono L’Ep.

Rimanda anche al rumore tipico della Zanzara e al momento in cui quei fastidiosi insetti estivi vengono fulminati dalle luci blu sparse per la casa.

Non so se tutte queste sfumature siano volute o solo frutto della mia immaginazione, ma l’artwork riesce a metterti subito nel mood giusto.

Le 5 zanzare (Tiberio, Luca, Alessandro, Leonardo, Tommaso) trasmettono già dal primo pezzo, intitolato “Bobby the Beggar”, le giuste vibrazioni, tra schitarrate ignoranti e una batteria che non ha paura di farsi sentire. E’ il basso invece ad aprire “Legal Slavery”, probabilmente la canzone più riuscita di “Zapp”, appena sopra “Three Blacks”.

“Breath” rappresenta la pausa “ballad”, che ci permette di riprendere fiato prima di “Red Magic”, canzone in cui abbondanti assoli e un lungo finale ci permettono di salutare i Mosquitoes come si deve.

Tranquilli è solo un arrivederci, augurandogli di poter ben figurare nella finale dell’Emergenza festival e fiduciosi di poter ascoltare un LP presto dello stesso livello.

 
 
 

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