Invers - Dell'amore, della morte, della vita
- Roberto Checchi
- May 21, 2015
- 1 min read

"Dell'amore, della morte, della vità" è la seconda fatica della band biellese degli Invers, anticipato ad Ottobre dello scorso anno dal singolo "Montagne".
Ci troviamo davanti ad un disco dai toni cupi, new wave, dove il basso spesso la fa da padrone, con testi incisivi che colpiscono già dal primo ascolto. Tutto il disco gravita attorno ai tre temi citati nel titolo che, nelle dieci tracce dell'album, si mescolano dando vita ad una singolare alchimia.
Mano a mano che si procede con l'ascolto emergono influenze di grandi band italiane: inevitabile il confronto con il Teatro degli Orrori, di cui ritroviamo in particolar modo la struttura dei testi e il cantare quasi parlato. Altra influenza rilevabile sono i Ministri, col loro suono non sempre pulito ma di grande incisività.
Tra tutte le tracce presenti, non mi è chiaro il motivo per il quale sia stata scelta proprio "Montagne" come singolo di debutto, una traccia meno incisiva rispetto ad altre, che rimane quasi in disparte.
Ascolti da segnalare: "Oggi s'è perso" che apre il disco trascinandoci nelle sonorità che caratterizzano il disco, "Così come la morte" di cui colpisce particolarmente il testo (Conosco un posto dove non esiste rumore) e "Io Sono".
Nonostante tutto, c'è un dettaglio che non mi convince appieno. Come già detto i testi sono ammirevoli e calzano alla perfezione sulle atmosfere del disco: perchè non valorizzarli con una voce maggiormente espressiva? Spesso ho trovato la voce di Marco asettica o comunque distante da quello che avrebbe voluto trasmettere. Immagino questo voglia esere una cifra stilistica degli Invers, ma a volte scelte così radicali non ripagano appieno.
Comments