Q-Yes – Generazione Y [EP]
- Roberto Checchi
- Jun 26, 2015
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Al di là di considerazioni che vorrebbero essere più profonde e universali – ma arriviamo anche a quelle, tranquilli – c'è da dire, senza troppe ritrosie, che questo brevissimo Ep dei Q-Yes (tre brani originali, una cover e uno skit) centra l'obbiettivo senza troppa fatica. Brani leggeri, disimpegnati, che vanno a ripescare sonorità sixties, il bel beat semplice di una volta, con suoni appena appena rimodernati per l'occasione ma proprio con quello spirito, giocherellone e per niente serioso. Canzoni da canticchiare già al primo ascolto, ritornelli azzeccati, dal tono – anche vocale – ironico e furbetto, che colleghi, così, senza pensarci troppo, a una faccia da schiaffi, da simpatica canaglia. E paiono proprio essere quattro simpatiche canaglie questi Q-Yes, tanto che nell'unica cover dell'Ep riprendono un brano della più simpatica faccia da schiaffi che mi venga in mente: Adriano Celentano, con quella “Ultima chance” che suona tanto divertente quanto semplicistica.
Ecco, e qui torniamo alle considerazioni di cui sopra: i Q-Yes cercano di regalarci anche uno spaccato della vita che ci circonda (lo s'indovina già dal titolo dell'Ep, “Generazione Y”), ma la profondità dello sguardo è da pozzanghera, da aneddotica, al massimo. Non ci fanno scoprire niente di nuovo né importante, i Q-Yes. Si ciarla un po' dell'ansia di protagonismo, di vite virtuali, di qualunquismi al bar, di convivenze che finiscono, ma così, per scambiare due chiacchiere all'aperitivo. “Generazione Y” è un bel gioiellino di pop fatto bene, leggerissimo, color pastello. Le canzoni sono simpatiche e orecchiabili e, proprio come il beat di una volta, fanno della semplicità una caratteristica importante, centrale. Arrivano subito e per qualche tempo rimangono lì, si fischiettano. Raccontano piccole cose con andature di filastrocca, senza scavare, lasciandoci un sorrisetto cretino sulla faccia. E, nonostante tutto, va bene così.
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