Intervista a Massaroni Pianoforti
- Roberto Checchi
- Jul 16, 2015
- 3 min read

Mi sono "innamorato" di Massaroni Pianoforti quasi per caso, come succede per tutte le grandi storie. Il suo ultimo lavoro "Non date il salame ai corvi" è un concentrato di emozioni e storie parallele. Avere la possibilità di intervistarlo è stato quindi un grande onore e allo stesso tempo problematico.
Quando intervisti un cantautore come lui, hai sempre paura che le domande non siano abbastanza valide... o che non lo siano le risposte. Sulla prima possibilità rimango scettico, ma sulle risposte sono molto più tranquillo ora! Godetevi questa breve intervista in occasione del "Meridiana Music Fest", a Varzi, ci sono anche delle belle novità in vista!
Nome come la ditta di famiglia, un po’ retrò, un po’ bohemienne. E’ da li che inizia la tua ricerca musicale?
E’ da lì che è iniziata la mia vita, dentro quel negozio. C’è voluto del tempo per capire che la musica sarebbe diventata la ragione di quell’inizio, ma un giorno è successo, fuori pioveva e non ci siamo più lasciati.
Ci spieghi il titolo del tuo ultimo album “Non date il salame ai corvi?” E’ estremamente diverso, come sensazioni, di titoli e dal mood di questo lavoro.
Non ricordo bene perché l’ho scritta ma credo che prenda spunto da due canzoni passate ( “Il Merlo” di Piero Ciampi e “Passa il Corvo” di Ivano Fossati) e da una rivisitazione del detto popolare “Non Date Perle ai Porci”. Visto che i Porci hanno vinto…
In tutto l’album si sentono le influenze di Dalla, Battisti e molti altri grandi cantautori della musica italiana, ma tu da quale hai iniziato? Qual’è stato il tuo primo grande amore cantautorale?
Tracy Chapman.
Raccontaci qualcosa di più di questo LP. Sembra sempre pervaso da una malinconica rassegnazione, struggente e emozionante, quasi “mascherata” da ritmi da canzone Pop (con in “una buona occasione” o “Ferie d’Agosto”). Cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta?
Vorrei mettergli il braccio sulla spalla per non farlo sentire solo/a, così come hanno fatto i cantautori che ho amato con me.
Cosa cambia quando si decide di utilizzare una piattaforma di Crowfunding per produrre un nuovo album? C’è qualcosa che hai fatto diversamente rispetto al passato?
Cambia che devi essere molte più figure professionali rispetto a un cantautore che si “limita” solo a scrivere canzoni. Devi pensare non solo a realizzare un disco ma a tutto ciò che servirà per farlo arrivare alla gente.
Il crowfunding secondo te è la strada giusta per la musica indipendente italiana? E soprattutto, è una strada che approvi?
Personalmente è grazie al crowfunding che sono riuscito a realizzare questo disco e per come è nato, autonomamente, devo dire che mi ha portato molta fortuna e traguardi insperati soprattutto nel panorama musicale indipendente. Approvo ma la speranza, è che i discografici ritornino a fare i Talent Scout e non certo come adesso che investono solamente su chi esce dai Talent.
Il tuo rapporto con Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti sembra idilliaco, tra cover in preparazione del “Molecole Festival” e canzoni postate di bacheca in bacheca. Come vi siete conosciuti? Avete in mente una futura collaborazione?
Io e Tommaso ci siamo incontrati per la prima volta al Molecole Festival di Pavia ma è come se ci conoscessimo da sempre attraverso le parole che abbiamo scritto per i nostri album. La musica fà anche questo. Per ora non abbiam parlato di collaborazioni ma sicuramente non lo escludo in futuro.
Qual’è la canzone che “avresti voluto scrivere” per “non date il salame ai corvi”?
Vedrai Vedrai.
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