Barbados - Runaway Stories [EP]
- Roberto Checchi
- Jul 23, 2015
- 2 min read
Suonano esotici e sognanti i Barbados, che con il loro EP Runaway Stories ci circondano soffusi e nostalgici (escono in digitale e su cassetta) in onde concentriche, più rilassate che nervose. Le coordinate sono quelle di un dream pop dalle chitarre bagnate e acidule, miscelato con richiami da una parte all'altra dell'oceano, folk americano e brit-pop, rock nineties e qualche sfumatura psichedelica old school. Cinque canzoni per poco più di venti minuti, cinque canzoni che raccontano cinque storie di allontanamento e abbandono, con riferimenti al cinema (Terrence Malick), alla letteratura (John Dos Passos), a storie di vita vissuta (amici che tradiscono o che, semplicemente, non ci sono più). Il tema potrebbe riassumersi in una specie di haiku (anche se loro lo definiscono “aiku”, io l'ho sempre visto traslitterato così), “People are all runaway stories / They run away from you / They run away from themselves”. Insomma, niente di trascendentale, ma il tema è certamente emotivo e si presta bene al sound del quartetto.
L'Ep è piacevole, orecchiabile, suonato e pensato bene (buoni gli arrangiamenti, soprattutto le chitarre). La voce avrebbe bisogno di più personalità o di più tecnica (anche entrambe le cose insieme non sarebbero male), ma non per questo penalizza il lavoro. Non c'è il singolone ma nemmeno il pezzo completamente inutile. Si lasciano ascoltare con serenità, soprattutto se piace quella sensazione di serena malinconia, di nostalgia romantica per ciò che si è perso o che ancora non si è (ri)trovato (potremmo dire “saudade”, se non fosse un termine abusato). Convincono meno quando si danno in misura maggiore al rock (“Have You Ever”, la più noiosa del lotto). Le altre sono canzoni perfette per l'estate, ma forse soprattutto per certe sere piene di vento, autunnali o primaverili, che lasciano coi capelli scompigliati e una piacevole inquietudine interiore. La mia preferita: “Chunky Smile”, avvolgente.
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