4 band indipendenti italiane che dicono e/o fanno 4 stronzate.
- Roberto Checchi
- Oct 21, 2015
- 3 min read

Si, ci dispiace deludere sedicenni in piena tempesta ormonale o trentenni ideologizzati in crisi di mezza età, ma in Italia non solo i politici dicono e fanno stronzate: se pensavate che la politica fosse l’unica vera miniera di trash italiano, leggete un po’ qui.
1) I Modena City Ramblers che si fanno presentare da Andrea Diprè. Ok, è possibile che i MCR non sapessero chi si trovavano davanti, che pensassero fosse il classico giornalista da televisione locale che nel tempo libero vende padelle su rete4, che avessero bevuto un po’ e non si fossero accorti di quello che stava capitando. Chi è Andrea Diprè? Un tipo che gira l’Italia intervistando casi umani e pornodive, al grido di “Droga, sesso e cash”. Come ogni politico che si rispetti anche i Modena cadono nel classico tranello del giornalista: non importa chi tu sia, se hai un microfono in mano mi presento e cerco di sfoderare frasi d’effetto. Non chiedeteci come riusciamo a scoprire certe chicche e godetevi questa Bella Ciao cantata dal mitico Davide Morandi per il microfono di un “catafratto” Andrea Diprè.
2) Francesco De Leo (Officina della Camomilla) che spala cacca sulla collaborazione con Lo Stato Sociale e Garrincha. Come tra i migliori politicanti, anche sulla scena indipendente italiana non mancano i trasformisti. Il leader de L’Officina Della Camomilla in una controversa intervista a (S)ControBlog si lancia in una velata e onirica invettiva ai danni di Garrincha Dischi, la casa discografica con la quale ha pubblicato la serie di album Senontipiacefalostesso. La collaborazione tra l’Officina e Garrincha Dischi comincia, a detta dello stesso De Leo, grazie alla mediazione del leader de Lo Stato Sociale, Lodo Guenzi: è proprio una collaborazione tra Officina e Stato Sociale a dar vita al sodalizio. La collaborazione, risaltente al 2012, consiste in un featuring, un video bello e dal sapore indipendente, una canzone dell’Officina remixata in chiave Garrincha. La Garrincha la conosciamo fin troppo bene, è quel genere di casa discografica in grado di far passare anche lo Zecchino d’Oro remixato, vendendolo per l’ultimo derivato di una cultura indie ormai sfuggita di mano. Cio’ che non perdoniamo a De Leo è stato il voler entrare a far parte di casa Garrincha per poi affermare in quella sopracitata intervista: “Preferisco la prima versione di questo brano. La versione Garrincha sembra un jingle pubblicitario della Kinder”, a proposito di “La tua ragazza non ascolta i beat happening”. Medaglia d’oro al trasformismo democristiano per Francesco De Leo quindi, ma alla fine gli perdoniamo anche questa. Magari era stata solo tagliata male. Qui l’intervista completa e il brano incriminato.
3) Lo Stato Sociale che si fa prendere la mano con gli slogan dei fan. Il mondo politico italiano, soprattutto dopo la nascita del movimento pentastellato, ci ha abituati all’uso e all’abuso di slogan propagandistici spesso ridicoli (fatevi una risata e guardatevi, a tal proposito, l’ultimo inno del M5S, quello in cui si ridicolizzano da soli https://www.facebook.com/beppegrillo.it/videos/10153196902276545/ ). Come ogni partito che si rispetti, anche Lo Stato Sociale sono soliti pubblicare sulla pagina ufficiale foto di fan e simpatizzanti. Fin qui niente di grave. Poi arriva questo :

Non sicuri della maggiore età delle piccole soubrette reggi lenzuolo, abbiamo deciso di censurare il loro volto: anche la scritta sarebbe degna di censura, ma poi se non vi divertite non lasciate il like alla fine dell’articolo.
4) Gli Afterhours che fanno gli estremisti radical-snob. Ammettiamolo, in Italia la politica è fatta essenzialmente di gente timorata di Dio e bestemmiatori poco rivoluzionari: insomma, si parla tanto e si fanno tanti danni. Gli Afterhours, ormai storica band della scena indipendente italiana, in una celebre intervista a Mozarty, mettono sullo stesso piano eroina e internet. Secondo il leader della band Manuel Agnelli droga e internet sono entrambi modi per tenere a bada i giovani: insomma prima ci si rifugiava nella siringa oggi nella tastiera. A me sembra una grande stronzata: scommetto che qualcuno dira’ che difendo internet perché son cieco e figlio del mio tempo. Comunque vada, se posso esprimere questo pensiero e qualcuno puo’ controbattere lo dobbiamo a internet.
Qui trovate l’intera interview.
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