Intervista a La Colpa
- Roberto Checchi
- Nov 6, 2015
- 7 min read

Oggi facciamo quattro chiacchiere con i ragazzi de La Colpa, giovane band milanese che presenterà questa sera a Linoleum il suo primo LP.
Venerdì presenterete al pubblico il vostro primo album, Mentre Guardi alla Germania prodotto da INRI, qual è stato il vostro percorso per arrivare fin qui?
Il nostro percorso fin qui è semplicemente dettato dalla passione per lo scrivere canzoni, dopo un annetto in cui ci siamo conosciuti musicalmente abbiamo avuto modo di registrare alcuni brani in studio e da lì è nato il nostro primo EP Mutuo perpetuo (2013), erano solo cinque brani ma in quei pezzi c'era tutta la nostra urgenza, il nostro urlo al mondo e siamo ancora fieri di quel piccolo disco. Mutuo perpetuo ci ha dato l'opportunità di metterci alla prova in una sessantina di date in giro per l'Italia nelle quali ci siamo rodati come band, per poi dedicarci alla stesura del nuovo disco, ci abbiamo lavorato circa un anno e il lavoro è stato ricompensato con l'arrivo della INRI che con noi ha voluto scommettere su questo primo vero disco intero Mentre guardi alla Germania.
Quali sono le differenze sostanziali tra il primo EP, che vi ha permesso di farvi conoscere con un lungo tour, e questo album?
Il primo EP era per molti versi più ruvido, aveva un sound graffiante ed una voce altrettanto asciutta e potente, come ti dicevo, era figlio della nostra urgenza di esistere. In Mentre guardi alla Germania invece abbiamo avuto modo di recuperare la melodia, intesa sia come linee di voce più ricercate e dolci, che come sound generale un poco più rotondo, ma sempre con una furia rock di fondo che esce da noi ma non dipende da noi, nel senso che non la riusciamo a comandare ehehe!
Siete felici del risultato ottenuto? E se aveste la possibilità, c'è qualcosa che cambiereste o limereste di Mentre Guardi alla Germania?
Guarda, davvero, non cambieremmo nulla, siamo molto felici del risultato ottenuto e, tra le altre cose, siamo contenti anche delle recensioni che ci stanno arrivando davvero entusiaste, la maggiore critica che ci fanno è sulla lunghezza, il disco ha ben 13 canzoni e qualche recensore ritiene che siano troppe. Noi crediamo invece che sia un valore aggiunto del disco, durante la fase di scrittura un giorno abbiamo contato le canzoni abbozzate scoprendo che erano più di 50, da quella rosa ne abbiamo scelte 13 quindi in qualche maniera ci siamo già autolimitati! eheheh Scherzi a parte, se è vero che nessuno compra più i dischi e che ormai abbiamo tutti una soglia dell'attenzione da pesci rossi, vorrà dire che saranno le singole canzoni, e non più un disco nella sua interezza, a farsi strada nelle teste del nostro pubblico come ritornelli da cantare sotto la doccia, ballate malinconiche per spingere il pianto nei momenti più bui o inni rivoluzionari da cantare in piazza. Quindi più ne abbiamo, meglio è, inoltre a pensarci bene, le canzoni sono figlie della vita e la vita non è una cosa sola, ha mille aspetti, mille sfaccettature, non potevamo scegliere soltanto una di queste facce e presentarci solo con quella, sarebbe stata autocensura, per cosa poi? per semplificare la comunicazione? No, no, siamo fieri di questo disco dalle mille anime.
Quando vi ho sentito in acustico per Sofar Sounds Italia, la mia mente è corsa subito ai primissimi Ministri, grezzi e incazzati. Ed effettivamente avete collaborato per i testi con Davide Autelitano, che ha anche prodotto il primo EP assieme ad Alessio Camagni. Quanto collaborare con artisti di gruppi già affermati può influenzare l'opera di un artista emergente? E cosa vi portate dietro di questa esperienza?
Alessio Camagni è stato il produttore artistico di "Mutuo perpetuo", mentre lavoravamo con lui nei suoi studi a Milano (Noise Factory) abbiamo avuto il piacere di conoscere Davide che per un periodo si è inserito nella squadra entrando in sala prove con noi e dandoci dei preziosi consigli e finendo per figurare come coautore, della parte musicale, di alcuni brani. E' stato un periodo bellissimo perchè ci siamo trovati di colpo a lavorare con dei professionisti, ben quattro orecchie esterne che ragionavano insieme a noi sulle canzoni proponendo soluzioni, analisi e cambi, che poi noi discutevamo tra di noi e cercavamo di sviluppare nella nostra sala prove. In quel periodo siamo cresciuti molto come forma mentis e nell'approccio alle canzoni, è stato un periodo intenso d'allenamento, come quando in Dragonball Goku si allena nella stanza dello spirito e del tempo. Non so dire quanto collaborare con artisti di gruppi già affermati può influenzare l'opera di un artista emergente, nel nostro caso devo dire che è stato tutto abbastanza casuale e naturale, noi avevamo quelle canzoni e quell'attitudine che hanno colpito Alessio e Davide probabilmente proprio per l'affinità che avevano al loro modo di concepire la musica e tutto è stato molto naturale. Alla fine facciamo rock in Italiano, con una matrice strumentale che guarda ai Foo fighters, Queens of the stone age o CCCP per citarne alcune influenze comuni a noi quattro, è inevitabile che al giorno d'oggi in Italia ti riportino ai Ministri, perchè, oltre che essere dei cari amici per noi, sono sicuramente una realtà vincente dei nostri anni (che tra l'altro apprezziamo molto!) Ci accomunano anche molto a Danko Jones ad esempio, artista che mi era completamente sconosciuto e che ho avuto il piacere di scoprire di recente. Magari se fossimo arrivati qualche anno fa ci avrebbero accomunato ai Litfiba o ai Negrita che ne so, quello delle comunanze è un gioco che non ci appartiene più di tanto, dare etichette è un modo per ricondurre tutto al noto e spesso serve ad evitare di spingere l'analisi più in profondità, che è quello che piace fare a noi! Ma va benissimo così, non ci lamentiamo, crediamo nelle canzoni e siamo sicuri che sarà con quelle che ci costruiremo un sentiero come Pollicino, se poi questa strada porterà lontano in businness class o dietro l'angolo con le scarpe rotte, non è dato saperlo, né è il momento di preoccuparsene. Non pretendiamo di aver inventato un genere tanto meno al primo disco, sarebbe stupido, noi facciamo rock, abbiamo delle canzoni nelle quali crediamo molto e l'unica cosa che chiediamo è, se piacciono, di venire ai concerti per cantarcele in faccia e far festa tutti assieme. Per questo disco la produzione artistica è nostra, abbiamo scritto e arrangiato noi i brani salvo poi alcune modifiche di Alessio che li hanno impreziositi in fase di registrazione.
Trattate temi piuttosto pesanti nelle vostre canzoni, qual è il percorso che porta alla stesura di un testo?
Ovviamente non c'è un percorso prestabilito o immutabile, le canzoni escono come riflessioni, urgenze, frustrazioni/invettive, ma prima di uscire devono entrare. Come fare entrare dentro di te tutto quello che poi può diventare un testo o una canzone solo tu puoi saperlo o, per certi versi, impararlo col tempo. Nel mio caso funzionano benissimo lo shock. Per shock intendo non solo qualcosa che vedi e che di colpo di impietrisce superficialmente, ma anche qualcosa che ti sciocchi ad un livello più profondo come ad esempio può essere una storia come quella di Vittorio Arrigoni, (attivista lombardo rapito ed ucciso a Gaza nel 2011 di cui parliamo nel brano due possibilità). A colpirmi non è stato tanto il tragico epilogo della sua esistenza quanto la sua chiarezza d'intenti, la sua tensione morale in ogni secondo di vità, una scelta che si rinnovava in lui naturalmente ogni giorno e che ancora gli sopravvive anche grazie all'opera della Madre Egidia, che tra l'altro ringraziamo per averci concesso di inserire alcune frasi di Vittorio proprio in questo disco. Per sintetizzare questo argomento così complesso che sfugge ai limiti imposti dalle parole,posso dire che nella maggior parte dei casi funzionano benissimo i viaggi perchè con la partenza si amplifica lo sradicamento dalle condizioni normali della tua quotidianità, rendendo molto più probanile lo shock. A pensarci ora in effetti il disco ha un sapore particolarmente geografico, si va dall'evocazioni della Germania storia all'unione Sovietica (Orfani della poetica) fino a una canzone che parla di Dubai e del suo futuro (Il parco giochi migliore del mondo), dalle tinte antimoderne di In centro a New York a La cisterna canzone che ho scritto durante il mio secondo viaggio ad Istanbul, figlia dello spaesamento causato dai motori a reazione che attaccati su quel missile volante che è un aeroplano ti possono portano in pochissimo tempo dentro nuovi mondi così diversi dal tuo che fai fatica a ricordarti chi sei. Proprio per colmare quei limiti a giugno di quest'anno sono rientrato da un viaggio in Bosnia, diciamo che mi sono portato avanti per il prossimo disco! ehehe Sempre nel mio caso, dopo che tutto viene buttato fuori di getto in maniera non organizzabile, subentra un lavoro d'artigianato, una continua scrittura e riscrittura in prosa che prima o poi trova la chiave giusta per diventare poesia e da lì un testo per una canzone, non è l'unico metodo funzionante, dovremmo chiedere a Marco il nostro cantante quale sia il suo visto che è lui l'autore de La bufala del sentito dire e de Le nostre strade, due pezzi che a me piacciono davvero tanto.
Tre gruppi che sono stati la pietra angolare degli ascolti de La colpa
Come ti ho detto sopra potremmo dire Queens of the stone age, CCCP e Foo fighters, poi sicuramente appena gli altri leggeranno questa intervista mi diranno altri settecento gruppi che avrei potuto citare...
Angolo sogni nel cassetto: Produttore dei sogni, Studio di registrazione dei sogni e canzone che avreste voluto scrivere.
Credo lasceremmo fare alla sorte. Prenderemmo un sacchetto vuoto del pane e lo riempiremmo di tanti bigliettini con scritto: Steve Albini, Brian Eno, Rick Rubin, Michael Brauer e sicuramente tanti altri che ora mi dimentico.
Se un ascoltatore non vi conoscesse e doveste scegliere una vostra canzone da usare come manifesto, quale sarebbe?
Sicuramente utilizzeremmo Orfani della poetica, perchè descrive le nostre condizioni: "Senza lacrimogeni noi non riusciamo più a commuoverci. Ma proprio per quella questione delle mille anime che sono contenute in un disco gli diremmo che sarebbe meglio utilizzare l'intera tracklist:
1. Orfani della poetica
2. Scappo di casa torno per cena
3. A meno di noi
4. Il parco giochi migliore del mondo
5. La nostra guerra
6. La cisterna
7. In centro a New York
8. La resa dei conti
9. Due possibilità
10. Persi di vista
11. La bufala del sentito dire
12. Le nostre strade
13. La bomba
Ciao Eleonora speriamo di vederti venerdì sera a Linoleum per la presentazione del disco, apriranno le dane i Doc Brown e il Fieno due gruppi che ci piacciono davvero molto e siamo fieri di dividere il palco con loro! Sarà una grandissima festa. Se vieni da lontanto ti offriamo da bere. Promesso!
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