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DON rodriguez - L'Indimenticane

  • Roberto Checchi
  • Dec 3, 2015
  • 1 min read

L’Indimenticane si apre con un giro di basso a cui si unisce il tintinnio della maracas, dolce e delicato, che ti fa pensare a un disco cantautorale che accarezza l’ascoltatore. Tutto questo si esaurisce nel giro di un minuto, le sonorità rock entrano a gamba tesa e si vanno a mescolare creando un’atmosfera dolcemente rabbiosa e malinconica. Questa è Primo Carnera, la storia di un boxer presa come metafora di vita.

Dalla seconda traccia si passa a suoni meno melanconici, seppur con testi non privi di significato intenso e profondo. I DON rodriguez sono al primo disco (con due EP alle spalle), ma è come se fossero già artisti perfettamente formati. Le scelte musicali non sono mai banali, ma sono i testi a farla da padrona, che riescono a essere orecchiabili e facilmente ricordati senza cadere in una asettica vuotezza da tormentone. Si potrebbe parlare di un disco d’amore, ma sarebbe riduttivo. C’è una larga sfaccettatura delle diverse emozioni che vanno poi, a volte, a convogliarsi in quella che definiamo amore.

È un disco introspettivo, ma in senso biunivoco, come se il guardarsi dentro fosse il paradigma esplicativo per guardare il fuori, e capirlo. Flavia Dell'Ertole

 
 
 

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