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Pinguini Tattici Nucleari - Diamo un calcio all'aldilà

  • Roberto Checchi
  • Jan 5, 2016
  • 1 min read

“Non una parola sui Marò”.

“Non. Una. Parola”

Questo è uno dei tanti colpi di genio che ci regalano i Pinguini Tattici Nucleari, che dopo Il Re è nudo, disco di un anno fa (due se ci continiamo come già inseriti nel 2016) in cui spiccava il singolo Cancelleria.

La band bergamasca, che fa della (voluta) incapacità di prendersi sul serio un grande punto di forza, si afferma come una vera e propria erede morale, capace di coglierne l’eredità, di band quali i Gem Boy (non quelli Colorado, ma quelli di Just my immagination) e Gli EELST (che ogni tanto sfornano qualche perla, ma hanno raggiunto vette mai più toccate con brani come Fossi Figo ormai qualche anno fa).

8 tracce piene di “falsi” featuring, come Antonella Clerici in Castagne Genge, brano di apertura, talmente tanto elaborati e ben inseriti da sfidare l’ascoltatore ad individuarli tutti, canzone per canzone. Ma soprattutto 8 tracce dagli stili più disparati e sempre eseguiti in maniera impeccabile.

Dalla “Filastrocca” La strategia della Tenzone al pezzo reggae spinto di We Want Marò Back.

Proprio quest’ultimo brano merita una intera recensione a parte. E’ incredibile come rimanga in testa, come i PTN siano stati in grado di inserire tante riflessionii senza mai abbandonare la loro vena ironica e millantando (con accezione positiva) un improbabile featuring con il vero protagonista della canzone, quel Matteo Salvini che rappresenta tutti i cliché elencati nella canzone.

Diamo un calcio all’aldilà è un LP che può essere ascoltato su due livelli, uno superficiale e un più ragionato.

Vi piacerà in entrambi i casi, ne siamo sicuri.

 
 
 

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