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Alcesti - Nell'Esistente e Nell'Onirico

  • Roberto Checchi
  • Feb 3, 2016
  • 2 min read

Per un nome che si rifà all’epica classica (in questo caso greca) lasciarsi naufragare nel mare di suoni sospesi, fluttuanti e rappresentabili come pennellate su una tela dai paesaggi distesi dal sapore post-rock alternati al rock alternativo più spigoloso, è inevitabile.

Oggi parliamo della band trevigiana Alcesti, e del loro primo LP Nell’Esistente E Nell’Onirico, che ha visto la luce lo scorso 25 gennaio. I testi, degni di nota, si presentano profondi ed introspettivi, e risultano perfettamente congrui con il suono scelto, creando un’invidiabile soluzione di continuità. Gli effetti spesso apposti alle voci lasciano immaginare di essere sopra di una zattera dispersi in mezzo alle onde, lontani dalla costa, senza avere altri punti di riferimento se non il sole o una stella. Chiudendo gli occhi si è avvolti in un’atmosfera a tutto tondo.

Le chitarre di Foglie Nere solcano ed incrinano la superficie del mare con ritmi serrati e particolari, che in alcuni momenti richiamano alla mia mente l’alt-rock di alcuni brani degli Audioslave, anche se non leggiamo il loro nome tra le otto band che li hanno ispirati (qui il link alla nostra rubrica).

Altro brano da segnalare in particolare è l’ultima traccia dell’LP, Invertebrati, insieme al già noto Pietro Berselli, con cui l’album si chiude, come la tragedia di Euripide, con un lieto fine. L’atmosfera, già in bilico tra onirico e concreto qui sbilancia il suono verso l’onirico, rendendolo più disteso e placato, quasi un invito a lasciarsi andare per essere cullati in quella che sembra essere la propria zona di comfort, un posto in cui non si può cadere.

A confermare l’astrattezza di questi suoni è anche la copertina dell’album, che merita anch’essa un richiamo particolare. La surreale fotografia è opera del fotografo ceco Martin Vlach, il quale compone immagini unendo la tradizionale tecnica della fotografia a tecniche digitali. Chissà se al prossimo album riusciranno a confermare le ottime aspettative create. Alessandro Spagnolo

 
 
 

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