Disco Noir - Aware
- Roberto Checchi
- Mar 19, 2016
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Aware letteralmente è traducibile in “consapevole” o “consapevolezza”.
E’ un titolo che calza a puntino per i Disco Noir, nome dietro al quale si nascondono “quattro ragazzi di Milano uniti dall’amore per il pop agrodolce” (cosi si autodefiniscono).
Questo gruppo alla prova del primo album esordisce, proprio grazie al titolo dell’album, con la consapevolezza dei propri mezzi.
Aware è un disco scoperto per caso, coccolato e apprezzato per ormai diverso tempo, che meritava diversi ascolti prima di poterlo recensire.
Da fan degli “ormai mainstream”Cani sono partito subito da Lexotan, terza traccia dell’album, curioso di trovare un’omonima in un gruppo dalle sonorità cosi diverse.
L’attacco mi è ha fatto tornare subito in mente La guerra è finita dei Baustelle, anche se la canzone stessa poi si sposta su altre direzioni.
Proprio ai Baustelle e ai Subsonica per sonorità, testi e grinta, si rifanno (volontariamente o meno) i quattro di Milano.
Dai classici della cinematografia (rigorosamente in lingua inglese) alla fine Amore Demodè all’elettronica contemporanea, i Disco Noir attingono da settori e mondi affini e li collegano, dando luogo ad un vero e proprio rompicapo in tre dimensioni che convince come pochi altri lavori d’esordio.
Anche i testi convincono da subito. Nel già citato Amore Demodè, per esempio, rispolverano addirittura Myspace (Amarsi ora è come iscriversi a Myspace) mentre in Viola , sesta traccia, ritmo e e testi si fanno sostenuti, ulteriore prova della duttilità del quartetto.
Aware, nella sua esuberanza, è un disco autoprodotto che merita di arrivare lontano.
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