Stash Rairders - Apocalyptipop
- Roberto Checchi
- Apr 26, 2016
- 1 min read

Dicono di venire da un'altra dimensione e non esitiamo a credergli. Si chiamano Stash Raiders e in questo loro esordio vorticoso e coloratissimo ci portano qui e là per il mondo in una sorta di catalogo avventuroso e musicale, tra le atmosfere arabe di Cairo o le fumose arie orientali di Without Space and Time, tra il funk progressive della opener Kermit e la psichedelia rumorosa di Fish Porn, in chiusura.
Apocalyptipop è una filastrocca lunga nove canzoni, è un videogioco in cui i nostri eroi sono armati di batteria, basso, chitarre, ma anche organo, sax, sitar, violino. È un coloratissimo cartoon dove si visitano mondi fantasy, giostre di luna park abbandonati, antiche rovine egizie e azteche, giungle afose e buchi neri che sprofondano nello spazio siderale. Il tutto miscelando senza sforzo generi molto diversi, voci maschili e femminili, ritmi che rallentano e accelerano, e facendo tutto questo senza prendersi sul serio ma allo stesso tempo senza lasciarci sfuggire facilmente dalla nostra amata sospensione d'incredulità.
Un disco divertente e suonato bene, che portato dal vivo dev'essere addirittura spassoso, ma il cui gran pregio è anche un micidiale difetto: così colorato, tondo, sgargiante, gommoso, allucinato, Apocalyptipop alla fine sembra anche un po' finto. L'importante, come si dice, è crederci: e finché l'effetto sorpresa dura, lo spettacolo può andare avanti, e gli Stash Raiders, nei loro costumi di scena, possono sembrarci sul serio dei veri pirati interdimensionali. Perché lo fanno bene. Lorenzo Cetrangolo
Comments