Morfema: in 10 artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- May 10, 2016
- 2 min read

Nuova puntata della nostra rubrica. Questa volta i protagonisti sono i Morfema, giovane band bergamasca che ha nel 2016 pubblicato il suo ultimo lavoro, Al Mare D'Inverno, uscito lo scorso 27 Gennaio. Come al solito abbiamo chiesto loro di pescare tra le loro influenze quelle più importanti e significative. Ecco cosa ne è venuto fuori.

Motorpsycho - Un gruppo che ha attraversato gli anni 90 sperimentando e fondendo il rock in ogni modo lasciandolo fortemente empatico e viscerale come pochi hanno saputo fare, pietre miliari album come Timothy’s monster, Angels and daemons at play, Trust us, una vera e propria band di culto, anche per noi.

Radiohead - La svolta della seconda metà degli anni novanta, l’alternativo, la malinconia e il buio, gli effetti e le sclerate di Grenwood e quel modo di cantare e di muoversi di Thom Yorke, giusto due o tre dischi da storia del rock e niente tutto lì.

Wilco - Difficile usare delle parole per rappresentare un band di questa classe che ha saputo riportare il rock americano con le sue radici ai nostri giorni rinnovandolo anche grazie a influenze alternative, il sapere raccontare anche l’America, quella dietro, grazie alle capacità di Jeff Tweedy, un cantautore straordinario così come i musicisti al suo fianco.

The National - In loro una sintesi di new wave/post punk pop e musica da camera, accompagnati dalla profonda voce di Matt Berninger e dai suoi testi , dei dipinti in cui perdere la via.
Abbiamo avuto l’occasione di vederli dal vivo, noi c’eravamo tutti, siamo stati abbracciati letteralmente, una serata indimenticabile.

Mogwai - Pionieri del post/rock europeo, riescono a rendere questo genere puro istinto ed emotività attraverso trame chitarristiche, rumore, bordate sonore e paesaggi morbidissimi, dopo ventanni sono ancora in giro a stupire.( I Giardini di Mirò da noi…. non sono stati da meno).

Sonic Youth - Le fondamenta alla base del rock degli anni novanta, i rivoluzionari, in grado di scindere e miscelare tutto nel chitarrismo sfrenato di Moore e Ranaldo - suonando la chitarra in ogni centimetro possibile, sempre taglienti strabordanti e incendiari … e poi avevano Kim Gordon…

Marlene Kuntz - Sono la band italiana che è riuscita a creare un vero sound perfetto di respiro internazionale, il loro essere estremamente “sonici” e i testi di Cristiano Godano ogni volta sempre migliori come il vino d’annata, sanno sempre graffiare ed essere ruvidi, lividi.

Franco Battiato - IL maestro, dall’avanguardia e la progressività alla canzone italiana facendoci girare il mondo intero con i suoi testi pindarici senza mai essere snob.
Da ricordare tra noi e alcuni amici ascolti collettivi di Sequenze e frequenze quei campanellini... cercatela...

Pink Floyd - Loro e i Beatles avevano già fatto tutto. Che dire, giganti..

Nirvana - Con i Nirvana ci siamo cresciuti seppur il grunge era già finito da un pezzo, alle medie vagavano quelle audiocassette ubriache dal continuo cambio di lato, ognuno di noi quelle cassette le ha consumate copiate e ricopiate, siamo in tanti ad averlo fatto, a tirarsela dopo aver detto a qualcuno della traccia fantasma alla fine di Nevermind...
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