Speciale Torino Film Festival: Avant les rues
- Roberto Checchi
- Nov 27, 2016
- 2 min read

Avant les rues, film in concorso al trentaquattresimo Torino film festival, si apre con un canto indiano, quasi un urlo che squarcia il silenzio della sala. Ad intonare il canto sono due fratelli, il protagonista della vicenda e la sua sorellina, due indiani Atikamekw, una tribù originaria del Quebec. Al termine del canto ci troviamo in una riserva indiana, viene presentato Shawnouk, il protagonista, giovane abituato a trascorre le sue giornate bighellonando con gli amici, fumando e giocando. Una vita che lo porta a scontrarsi frequentemente con il patrigno, severo e duro agente di polizia della riserva, che non esita a sequestrargli dei soldi ottenuti in maniera a suo dire sospetta. A mantenere l’equilibrio e la pace tra i due ci pensano l’affettuosa madre e la sorella di Shawnouk, la ragazzina vista cantare nel prologo, cresciuta e divenuta madre adolescente. La tranquillità della loro vita famigliare è destinata a subire un duro colpo. Il giovane indiano viene convinto da un piccolo criminale canadese a seguirlo in una serie di furti in villa, durante uno di questi assiste ad un omicidio. Da qui in poi la storia segue i tentativi del giovane di affrontare il suo senso di colpa, un percorso di reintegro nella società che passa attraverso una lunga e difficile espiazione personale, seguendo le tradizioni della sua tribù.
Avant les rues è una rappresentazione della vita quotidiana degli indiani Atikamekw, della loro lotta per mantenere uno standard di vita accettabile, dei duri lavori per curare la riserva, del loro attaccamento famigliare, ma anche dell’interferenza dell’uomo bianco che porterà Shawnouk sulla via del crimine. La regista mette in scena una moderna ballata indiana, affidandosi ad attori non professionisti, veri abitanti della riserva che recitano nella loro lingua madre. Lo sguardo della telecamera è sempre evidente, i piani medi sono quasi del tutto assenti, come se la regista volesse guidarci dentro la testa dei suoi personaggi attraverso i primi piani. Primi piani che valorizzano l’espressività e la fisionomia degli attori, in particolare la coppia di protagonisto Rykko Bellemare e Kwena Bellemare-Boivin, fratelli anche nella vita reale e capaci di un grande coinvolgimento emozionale sullo schermo. La ripresa nel finale della canzone sentita nel prologo inserisce tutta la vicenda all’interno di una cornice canora, come se tutto si fosse svolto in un’unica canzone che racconta l’avventura di Shawnuk. Con il suo film d’esordio, Chloè Leriche, ha certamente realizzato uno dei prodotti più innovativi ed interessanti di questo film festival, un film che riesce ad intrattenerci mentre ci mostra le tradizione Atikamekw. Gianluca Tana
Comments