La 25ª ora
- Roberto Checchi
- Dec 10, 2016
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Sinossi: Monty Brogan è un trafficante di droga di New York che si trova ad affrontare l’ultimo giorno di libertà, prima di entrare in carcere. La sua condanna è di sette anni: un incubo per chiunque. Ad accompagnarlo nelle sue ultime ore da uomo libero sono gli amici di gioventù e le persone a lui più vicine.
Come ci si sente ad essere ad un passo da un baratro che pare volerci inghiottire? Male, è ovvio. Monty (Edward Norton) è proprio quello che sta passando: si trova a poche ore dalle porte del carcere, che aperte lo stanno aspettando. La sua è stata una vita votata alla criminalità, al servizio di zio Nikolai.
La storia si basa sull’omonimo romanzo di David Benioff, che viene accreditato anche alla sceneggiatura. La regia è funzionale alla storia e in alcuni momenti riesce a dare delle prove di maestria in grado di catalizzare l’attenzione dello spettatore. È il caso del monologo d’odio che Monty fa davanti allo specchio, sembra che in alcuni momenti sia sua intenzione rivolgersi direttamente alla macchina, in una forma di velata interpellanza che si conclude in una strizzata d’occhio.
Molto efficaci sono anche le musiche composte da Terence Blanchard, che prediligono archi e fiati. Edward Norton, malgrado non sia convincente al cento per cento nel personaggio di Monty, riesce, aiutato forse dal pizzetto, ma più che altro dal talento, a dare ugualmente una prova più che soddisfacente. Perfettamente nei panni del professor Jacob Elinsky è Philip Seymour Hoffman, che centra una performance brillante.
È doveroso ricordare che il film, uscito nelle sale americane nel dicembre del 2002, è stato il primo a mostrare le macerie di ground zero. Questa sua peculiarità può essere sfruttata per l’interpretazione stessa dell’opera.
Insomma, preparatevi a buttarvi nei ricordi e nelle paure di Monty. Tranquilli non dovrete prendervi un’intera giornata libera per farlo, saranno sufficienti un paio d’ore. Matteo Minisini
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