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Wrongonyou - The Mountain Man [EP]

  • Roberto Checchi
  • Jan 10, 2017
  • 2 min read

Il primo EP di Marco Zitelli, in arte Wrongonyou, è un riuscito tentativo di suonare genuini suonando musica lontana, nello spazio e dal panorama musicale nostrano.

Nel complesso le canzoni sembrano rifarsi al folk-pop più recente, in primis dei Mumford and Sons (l'iniziale Killer ma anche la ballata Oh Lord, impregnata di spiritualità), ma anche -riferimenti obbligatori- Justin Vernon e Fleet Foxes. L'andamento è generalmente sofferto, intenso, i testi sono spesso impregnati di mancanza, urgenza (Let me Down). Nel suo essere così "americane", tracce come The Mountain Man ricordano anche Ben Harper (Diamond on the Inside), con un uso disinvolto degli arpeggi di chitarra elettrica e ritmi più vicini al soft rock "di frontiera". Altri pezzi hanno una composizione melodica più cantabile, oltre che arrangiamenti più tradizionali, come The Lake, forse la più ariosa, quasi estiva, dell'EP, sensazione confermata anche dal testo.

The Lake, The Mountain Man rivelano anche un'attenzione paesaggistica, ambientale: la musica del disco è molto evocativa, precisa nella definizione di luoghi e contesti, un po' come Nebraska, ovvero le badlands di Terrence Malick, a cui a dire il vero la copertina fa pensare, con quella macchina al chiaro di luna, in una distesa deserta qualunque, Stati Uniti o Lazio non importa. Spazi aperti, cui far risuonare una voce potente, con un uso molto particolare delle vocali, che un po' ricorda lo stile di James Allan dei Glasvegas, così "pieno", articolato, barocco quasi. Anche la pronuncia è molto particolare (retaggio del periodo in Georgia?), con alcune consonanti aspirate, strascicate, particolare che contribuisce a creare una positiva sensazione di esotismo.

Aspettando il primo album, l'ascolto di questo EP ci lascia tutto un immaginario frutto di una tradizione abbastanza aliena in Italia, reso con grande cura e sincerità. E' un lavoro, come già detto, paesaggistico, che però non si limita a evocare, ma riesce a trasmetterci una grande intensità. Fernando Giacinti

 
 
 

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