Push Button Gently - 'Cause
- Roberto Checchi
- Jan 19, 2017
- 1 min read

Da poco intervistati per la rubrica ® In 10 artisti vi raccontiamo chi siamo (se ve li siete persi li trovate qui) arriva con colpevole ritardo ma anche in tempo perfetto per godersi ,dopo aver letto le loro influenze, la recensione del loro primo LP ‘Cause.
Avevo già avuto modo di recensire i PBG (per brevità) con il loro EP Uru (recensione che invece trovate qui) ben 3 anni fa. Da subito mi aveva colpito la costanza del suono, dalle tendenze, da loro confermate, tra il Brit e l’elettronico. I 4 si riconfermano anche a 2 anni di distanza, con questo corposo LP in un periodo in cui album da più di 30 minuti sembrano un’eresia, a partire dalla prima traccia Hurkah, con una voce che rimane in testa e un arrangiamento di livello. Brit dall’inizio, citazionisti già dai titoli (come per Mexican Standoff), ci mostrano le loro potenzialità attraverso 13 brani tra loro coerenti e imprevedibili allo stesso tempo.
‘Cause non è un disco facile, non nego di averlo ascoltato diverse volte prima di riuscire ad apprezzare le varie sfumature, i cambi di ritmo e gli arpeggi, ma questo non significa che non sia apprezzabile già da un primo ascolto, con canzoni trainanti come Dr. Kelsey Jordan o la sognante Holy. E’ il disco della presa di posizione per i PBG, che affermano e definisco il loro stile, le loro potenzialità e la loro capacità di crescere rispetto all’Ep precedente.
Un disco approvato, che lascia spazio a sviluppi futuri e fa ben sperare sull’evoluzione di questa Band. Simone Bellucci
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