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Phidge - Paris

  • Roberto Checchi
  • Feb 20, 2017
  • 1 min read

Se c'è una cosa certa dei Phidge, quartetto bolognese che a novembre ha rilasciato per Riff Records l'ultima fatica Paris, è che non si preoccupano minimamente di seguire correnti o mode del momento. Se ne fottono proprio e questo già me li fa prendere in simpatia.

Venendo all'album ci si rende conto da subito di come la band emiliana spazi agilmente nell'ambito del cosiddetto rock alternativo: passiamo infatti da reminiscenze dei Placebo (A Couple Of Things) agli U2 degli anni d'oro targati Eno/Lanois (The Mouth Of Love), dagli umori fluidi dell'emo ((Do We?)) al punk revival di fine 90's (Face To Face, Paris). Insomma, sul piatto gira una tavolozza davvero policroma.

L'elemento più notevole è che, all'interno di questo calderone sonico, l'armonia non viene mai meno, anzi viene esaltata nei momenti più dilatati, come nella ballata Road (To The Drops) o negli arpeggi e negli accordi di settima maggiore di Memories.

Il terzo LP dei Phidge è un farmaco ad ampio spettro per tutti i fan dell'indie rock più genuino.

 
 
 

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