Cambogia - La sottrazione della gioia
- Roberto Checchi
- Mar 14, 2017
- 2 min read

Un progetto “dal basso” che, nella sua semplicità, dimostra un talento non indifferente anche nella gestione della propria componente social.
Cambogia, cantautore messinese, si fa conoscere prendendo spunto dal più famoso Calcutta partendo da una pagina facebook chiamata “Ex pagina misteriosa di” (che trovate qua) e che fa riferimento ad un luogo, la Cambogia appunto, che da subito richiama tradizioni lontane dal nostro quotidiano. Inoltre, sempre a ricalcare Calcutta, l’etichetta a cui si appoggia si chiama NapalmDischi. L’approccio che ha con chi lo segue è però diretto, con tanto di “spazio settimanale dedicato ad una canzone di un fa”, opposto all’alone misterioso che ci si potrebbe aspettare.
Tutto interessante si, ma poi, alla radice, Cambogia è un cantautore…. e già dal pezzo di apertura di La sottrazione della gioia, convince.
Il mare non è niente di speciale, la prima traccia, unisce atmosfere passate a collegamenti attuali, come la morte di Bud Spencer, e fa da manifesto a tutto l’album cambogiano: melodie semplici ma mai banali che rimangono in testa, un timbro vocale unico e un testo che si presenta come spensierato ma in cui spicca una malinconia sempre più profonda di traccia in traccia.
Cambogia riflette su idoli e situazioni dei nostri tempi, con pezzi come Mentana, la cui introduzione è proprio il lancio di un servizio da parte del conduttore o Un’altra storia di Truffaut (“e neanche troppo tempo fa, pensavo che a già questa età, mio padre aveva un figlio”) in cui contrappone l’instabilità moderna alle passate generazioni che a quella stessa età aveva già sicurezze e una carriera avviata.
Dalla prima all’ultima canzone La sottrazione della gioia riesce proprio nell’intento di trasmettere questa malinconia in maniera coerente e soprattutto convincente.
Un disco facile da ascoltare ma difficile da descrivere, proprio per le sensazioni che lascia e per l’apparente contrapposizione tra ciò che ci si aspetta dalla musica e ciò che si capisce nel testo. Un lavoro assolutamente da ascoltare, un cantautore da seguire e da vivere in un live,appena riuscirà a far partire un tour dalla misteriosa Messina e che verrà naturale scoprirsi a canticchiare e ad ascoltare in loop. Simone Bellucci
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