Phidge: In 10 artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- Mar 17, 2017
- 3 min read

Stiamo accelerando con le rubriche ed è per questo motivo che siamo già pronti a raccontarvi un po' i bolognesi Phidge (qui trovate la nostra recensione del loro terzo LP) attraverso gli artisti che più li hanno influenzati.
Una premessa: senza Beatles e Bowie non si inizia nemmeno a parlare di musica. Ma non noi. In generale. Fatto salvo il sacro B&B, procediamo.

Motorpsycho - perchè sono uno dei gruppi più sorprendenti di sempre. Ti aspetti la solita apocalisse scandinava death/fantasy e invece ti salta fuori la band con la tavolozza più varia della musica europea degli ultimi 20 anni. Onesti, mai banali, brutali e con un'intelligenza artistica davvero rara.
Un disco: Angels and Demons at play.
Una canzone: Starmelt/lovelight.

Nirvana - lo diciamo anche nel primo pezzo del nostro disco che se fosse ancora qui, in tanti non farebbero tanto gli stronzetti con Kurt Cobain. Ancora ci capita di stupirci quando ci accorgiamo che erano solo in tre (con buona pace dell'ottimo Pat Smear). Uno dei songwriter più illuminati della storia del rock, un sound inspiegabile e insormontabile. Una violenza inaudita. Un'oscurità mostruosamente sincera. Sempre uguali, mai noiosi, sempre sorprendenti.
Un disco: In utero.
Una canzone: Frances Farmer Will Have Her Revenge On Seattle.

National - sanno coniugare melodia e sperimentazione come nessun altro. Impossibile non pensare a loro mentre scrivi un disco.
Un disco: Boxer.
Una canzone: England.

Led Zeppelin - per certi versi sono ancora insuperati e il loro approccio al live era spaventoso. Quando hanno fatto la reunion nove anni fa e hanno aperto con "Rock'n'roll" erano travolgenti. E ancora più devastante era pensare che quel pezzo l'avevano scritto loro!
Un disco: Led Zeppelin II.
Una canzone: Immigrant song.

Nofx - adesso fanno tutti i superiori, ma quando vennero fuori eravamo tutti carichi. Loro hanno dato il via a quell’ondata lì, dopo ne sono venuti tanti, anche validi, per carità. Ma nessuno era cazzuto come loro.
Un disco: Heavy petting zoo.
Una canzone: Leave it alone.

U2 - le loro geometrie sembrano elementari fino a quando non ci metti le mani e provi a copiarli, che tanto sembra tutto facile. Lì scopri l'abisso e ti rendi conto che quelle che sembrano quattro boiate buttate lì con un po' di retorica e un sacco di delay sono alchimie spesso imperscrutabili delle quali però non puoi più fare a meno.
Un disco: Pop.
Una canzone: Mofo.

Oneida - molto semplicemente non esiste un disco che assomigli nemmeno vagamente a un altro. Dote preziosissima ed estremamente rara.
Un disco: Happy new year.
Una canzone: Up with people.

Radiohead - gli ultimi dei grandissimi. È strabiliante la cura maniacale che mettono in ogni dettaglio. Chiunque faccia musica (ma più in generale arte) dovrebbe ringraziarli per l'impegno che hanno messo nel cercare di allargare i confini con lavori come Kid A e Amnesiac. Raramente si è visto così tanto talento racchiuso nello stesso gruppo.
Un disco: In rainbows.
Una canzone: Weird fishes/Arpeggi.

Napalm death - abbiamo anche un’insana passione per la violenza, cosa volete farci…
Un disco: Scum.
Una canzone: You suffer. Che in un secondo racchiude tutta la loro essenza. Ed è pure nel Guinnnes come la canzone più corta di sempre.

Stone temple pilots - tre musicisti baciati in fronte dalla musica in persona e un frontman fra i primi cinque di sempre. E pensare che all'inizio li massacrarono additandoli come replicanti di una band grottesca come i Pearl Jam! La quantità di musica che ficcavano in ogni brano era davvero sterminata e Weiland imprimeva la sua cifra unica su brani che andavano dallo stoner alla bossa nova. Una perdita insanabile.
Un disco: Tiny music...songs from the vatican gift shop.
Una canzone: Adhesive.
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