Egeeo: in 10 artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- Mar 30, 2017
- 5 min read

Torniamo con la nostra rubrica e questa volta facciamo quattro chiacchiere con Alessandro Cavarra degli Egeeo, che ci ha raccontato un po' quali sono le idee e le influenze che stanno dietro al progetto e al loro EP d'esordio.

Oasis - Gli Oasis sono il gruppo che mi ha fatto innamorare della musica. Durante il liceo ho ascoltato quasi esclusivamente i loro dischi, in particolare i primi quattro. Definitely Maybe e Be here Now mi hanno letteralmente trasformato. Durante l'adolescenza ognuno ricerca una sua identità e io la trovai nell'amore per l'indie rock ma soprattutto per i fratelli Gallagher. A 16 anni fondai una cover Band Oasis in cui ero “ Bonehead” perchè non sapevo fare gli assoli e quindi mi limitavo a suonare gli accordi. Una volta insieme ad un amico aspettai Liam sotto l'albergo per una intera mattinata e lui alla fine fu molto cordiale firmando autografi, facendo foto e regalandoci un sogno. Gli Oasis hanno la capacità di difenderti, di darti fiducia. Rappresenteranno per sempre un punto di riferimento musicale ed emotivo.
Anche se sono snobbati da molti critici ed amanti della musica le loro canzoni sono stupende e la voce di Liam ha la capacità di conquistarti per sempre e di influenzare il modo in cui cantare( come è accaduto a me).
Supersonic e Live forever sono le canzoni che ho ascoltato di più in tutta la mia vita.

The Cure - L’incontro con i Cure è stato fondamentale nella mia formazione artistica. Sono una band trascinante e riescono con disarmante facilità a trasformare le emozioni in musica. I testi di Robert Smith sono di grande valore ed il suo modo di cantare non può che coinvolgerti. Andai ad un loro concerto nel 2012 e fu per me un punto di non ritorno. Hanno letteralmente cambiato il mio modo di intendere la musica e con loro ho scoperto i sintetizzatori e l'amore per i suoni più dilatati. Boys don't cry poi è una canzone che potevo ascoltare tutto il giorno.
Insieme agli Smiths( altra band che ascolto tantissimo) sono riusciti a portare la musica “indie rock” a livelli mainstream con la forza delle canzoni, sempre belle escluso forse lo sfortunato album The Top. Credo che tutti dobbiamo molto a Robert Smith.
I miei album preferiti sonos Seventeen Seconds, Faith, Disintegration e Wish.

Slowdive - Sono il gruppo che ho ascoltato di più negli ultimi anni. Il sound dei loro dischi ha influenzato tantissimo il mio modo di suonare la chitarra e di pensare la musica. Grazie a loro ho scoperto Il dream pop/shoegaze e non posso più farne a meno. Loro mi hanno aperto la strada ad ascolti successivi come My bloody Valentine, Alison's Halo, Ride, The Chameleons e molti altri. Ascolti che poi si sono rivelati fondamentali.
Mi piace sentire queste voci incantevoli fluttuare su muri di suono. La musica non può rendere meglio l'incontro tra la potenza dell'emotività, la delicatezza della sensibilità, l'idealizzazione e in alcuni casi la disperazione. Le loro fragili linee vocali insieme a quelle dei MBV sono tra le più evocative che si possano ascoltare. La loro grande capacità è stata quella di rielaborare la new wave degli anni 80, caricandola di riverberi e modificandone le dinamiche aprendo la strada a moltissimi gruppi successivi. Sono stati anche per alcuni aspetti i precursori del britpop anche se purtroppo non hanno avuto la stessa fortuna di molti artisti di quell’ondata. Le mie canzoni preferite sono Alison, Morningrise, Dagger e Slowdive. Purtroppo li ho visti live solo una volta a Padova. Andai da solo ma fu stupendo lo stesso.

Diiv - Cito i Diiv ma potrei citare tra i miei maggiori ascolti attuali anche Beach Fossils, Craft Spells, Wild Nothing e i Drums. Mi piace molto questa nuova scena dream pop americana e la seguo da quando è nata. I Diiv li ascolto con assiduità dal loro primo album e li ho visti dal vivo a Londra nel 2015, prima dei grandi Ride. Il suono e gli arrangiamenti delle chitarre sono perfetti ed hanno contribuito profondamente alla mia formazione di chitarrista. Non ricercano tecnicismi e vanno al cuore della musica ovvero evocazione, suono, melodia. Aspetto con ansia i loro nuovi lavori anche se è uscito da poco il loro nuovo album.

White Lies - A mio avviso il miglior gruppo della nuova ondata post punk. Anche se ascolto molto Interpol, Editors, Foals, Bloc party e tutte le altre band che orbitano intorno a questa scena, i White Lies riescono a coinvolgermi nel profondo. Reputo Big tv uno dei migliori album indie rock/new wave della storia della musica. La voce di Harry McVeigh è incredibile. I testi poi sono davvero struggenti. Li conoscevo da tempo ma l'amore nacque vedendoli ad un festival insieme a Wombats e Arctic Monkeys. Da quel giorno diventai un fan. Il loro sound lo trovo di altissimo livello. La scelta dei suoni è sempre ottima e scrivono delle grandi canzoni.

Verve - Nella fase britpop se non ascoltavo gli Oasis ascoltavo i Verve. Il primo album dei Verve A storm in heaven è tra i miei dischi preferiti. Non hanno mai sbagliato una canzone e l'attitudine di Richard Ashcroft ha fatto scuola così come il suono delle chitarre di Nick McCabe ha influenzato il suono di decine di band. Il terzo album, Urban Hymns, è chiaramente un capolavoro ma anche i lavori meno conosciuti hanno stravolto il mio modo di suonare e di cantare. Nei loro migliori anni hanno sofferto la concorrenza di Oasis e Radiohead ma credo che siano davvero una Cult Band.

Alison's Halo - Loro sono un gruppo dream pop quasi sconosciuto ma davvero valido. Hanno scritto grandi canzoni e il loro suono è spaziale. Li ho ascoltati come un ossesso per mesi. Gran parte della loro discografia è su you tube. Consiglio la compilation Eyedazzler.

Joy Division - In questo caso c'è poco da dire. Semplicemente Ian Curtis. Tra i maggiori frontman della storia, ha inventato un nuovo modo di stare sul palco. I suoi testi poi sono irraggiungibili.

Placebo - Sono stati il gruppo che da adolescente mi ha avvicinato alle sonorità più cupe. La voce di Molko è unica ed ipnotica e la riconosci sempre. A me fa impazzire. Di loro adoro l'attitudine punk , la profondità di alcune ballads e la semplicità delle canzoni che arrivano dritte senza tanti artifici. Il mio album preferito è Sleeping with Ghosts Sleeping with Ghosts che racchiude l'essenza di ciò che per me sono i Placebo ovvero emotività, ribellione, malinconia. Se devo citare due canzoni dico This picture e Special Needs

Pete Doherty - Non mi stancherò mai di ascoltare la voce di Pete Doherty. Per me il suo timbro è dannatamente incantevole. Sono cresciuto ascoltando Libertines e Babyshambles ma il miglior Pete è da solo con una chitarra in mano. Il suo album solista Grace/Wastelands è semplicemente un capolavoro. Ho avuto modo di parlarci una volta dopo un concerto (Aprivano I Mostri del mio amico Pietro) e gli dissi semplicemente “Thanks for songs you write”. Le ballate che scrive Pete Doherty sono uniche e a gusto personale non hanno rivali. Credo che i prossimi Album degli Egeeo possano avvicinarsi maggiormente a quello stile.
E' stato comunque un concerto fondamentale per me, anche perchè quel giorno ebbi modo di parlare tutta la sera con una ragazza che poi sarebbe diventata importante.
Tornammo a notte fonda mangiando le pizzette a via Labicana, parlando di musica e dei Blur.( A lei piacciono tanto)
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