Cult of Magic: in 10 artisti vi raccontiamo chi siamo
- Roberto Checchi
- Sep 24, 2017
- 4 min read

Torna la nostra rubrica con i il collettivo milanese Cult of Magic, che ha appena dato alla luce il suo primo EP :O e ci andrà a raccontare le influenze che stanno dietro a questo esordio.

Wolfgang Amadeus Mozart - Esiste qualcuno che abbia mai saputo mettere in musica meglio di lui ciò che aveva dire? Il Flauto Magico ad esempio è un’operetta di chiara propaganda massonica, ma nessuno lo sa. E non lo sa nessuno perché non è stata scritta in modo da piacere solo a chi capisce o condivide il messaggio, ma da piacere a tutti: straordinariamente, l’ascoltatore può schifare la massoneria ma amare alla follia l’aria della Regina della Notte.
Una canzone: Papagueno und Papaguena da Il Flauto Magico, un brano la cui superba stesura fa passare in secondo piano il suo racconto: pur avendo un contenuto di una sessualità estremamente esplicita viene fatto cantare anche dai più ignaro coro di voci bianche. In epoca non sospetta fa apparire un tema del genere non come pruriginoso, ma per biologico, naturale quale è. Questo è straordinario.
Un lavoro: Concerto per Clarinetto il La Maggiore, K622

Umberto Bindi - Pur essendo autore della maggior parte dei successi italiani degli anni ’60 nessuno lo conosce a causa di una caratteristica che l’ha reso inviso a tutto l’ambiente radio-televisivo di quegli anni: scriveva canzoni d’amore ed era gay. Forse l’unico di quegli anni che, in un contesto che più che altro adattava in italiano i successi internazionali scritti da altri, pensava a dare un autentico e sincero contributo. Prima di lui l’interprete era molto più importante dell’autore: ha portato la musica italiana avanti di 20 anni almeno.
Una canzone: Il Nostro Concerto
Un album: Con il Passare del Tempo

William Basinski - Forse il primo a rendere accettabile in musica l’idea che si possa fare arte anche solo attraverso la rielaborazione di qualcosa che c’è già. Un po’ quello che dice Warhol in fatto di arte figurativa, il concetto di ready made. Recidendo su nastro in loop infiniti e distorti materiale musicale già esistente rivoluziona il modo di fare musica e rielabora in modo viscerale il rapporto “autore-opera”.
Una canzone (e anche un album, visto che consistono tutti di un unica traccia): The Disintegration Loops

Leadbelly - Adoriamo gli analfabeti musicali e amiamo ascriverci a questa categoria: un bluesman che più che alla chitarra ha pensato per tutta la vita a come evadere dal carcere, e che alla fine ci è riuscito senza picconare la porta della cella ma scrivendo una canzone al giudice (“Please, Governor Neff, Be good 'n' kind / Have mercy on my great long time…”). Con la sua pallottola mai estratta dalla pancia perché troppo a rischio (per questo “pancia di piombo”) ha scritto alcune fra le più belle canzoni mai scritte. A volte avere un vocabolario molto ristretto aiuta l’efficacia del messaggio.
Una canzone; Midnight Special
Un album: non ha mai rilasciato album, esistono di lui solo antologie

Tom Waits - Come si fa a essere innovatori e contemporaneamente inserirsi in una tradizione musicale morta almeno quarant’anni prima? Che ci risulti lui è l’unico ad esserci riuscito, e continua a farci molto ridere la sua interpretazione in Daunbailò di Jim Jarmusch.
Una canzone: Invitation to the Blues
Quando ho chiesto per la prima volta di uscire alla mia attuale ragazza non mi ha preso sul serio, finché non le ho detto che questo testo mi faceva pensare a lei.

The Beatles - Proletari, orfani e altri disagiati di Liverpool con tanto bisogno di esprimere e pochissimi mezzi: loro erano i veri ribelli dei loro anni. Lennon è un poeta e un grande provocatore, Paul McCartney è il nostro arrangiatore preferito, e cominciando a suonare “quello che andava di moda” (skiffle e rock and roll) sono finiti ad inventare la musica pop.
Una canzone: Polythene Pam
Un disco: Abbey Road, il lato A è un capolavoro, il lato B i 30 minuti di musica più tradizionalmente bella dal ’69 a oggi

Andrew Lloyd Webber - Nonostante sia una stronzo conservatore e si sia fatto promotore di battaglie abominevoli (tagliare i fondi dedicati all’assistenza dei senzatetto, per citarne una), ha scritto alcuni fra i nostri musical preferiti, una forma d’arte troppo spesso snobbata e considerata troppo naz. pop. per essere considerata “arte seria”.
Una canzone: Gethsemane (I Only Want to Say)
Un disco: The Phantom of the Opera

Pond - Nati come fratelli minori di un progetto ben più famoso, i Pond ci colpiscono per la loro autentica intensità. La loro musica funziona e appassiona anche oltre il contesto dell’ Australia psichedelica, cambiano componenti o li scambiano con altri gruppi della zona: un approccio fluido e libero che ci piace molto e condividiamo assolutamente.
Una canzone: Moth Wings
Un album: Beard, Wives, Denim

Serge Gainsbourg - Forse perché fatto conoscere da un grande amore del passato, tutto che l’ascolto dei suoi pezzi evoca, i ricordi, le sensazioni, i profumi, è permeato da un affetto particolarmente intimo. Oltre e ancor più della sua figura consunta, del suo stile iper-imitato e della sua natura provocatrice, Gainsbourg era un grande artista ed un poeta sincero, e, per noi una vivissima fonte di ispirazione.
Una canzone: Je Suis Venu Te Dire Que Je M'En Vais
Un album: Histoire de Melody Nelson

King Crimson - Ascoltare prog rock alle superiori è una di quelle esperienze formative che fa sì che tu ti senta un diverso per il resto della tua vita: la loro discografia è quella che avevamo nella cartella di scuola nel periodo in cui andava di moda andare a scuola con il lettore cd portatile. La loro estetica musicale iper connotata, molto diversa fra un lavoro ed il successivo ma con una fortissima coerenza di fondo costituisce un grande esempio e un forte punto d’incontro per tutti i membri del collettivo.
Una canzone: Epitaph
Un disco: Lizard
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