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Tutte Le Cose Inutili: in 10 artisti vi raccontiamo chi siamo

  • Roberto Checchi
  • Nov 21, 2017
  • 2 min read

A questo giro lasciamo direttamente la parola a Tutte Le Cose Inutili, godeteveli! Non ci si pensa mai (e non ci si dovrebbe pensare prima) alle influenze di un disco che si sta scrivendo o registrando. Esiste la tua penna sul foglio del tuo quaderno nella tua casa nei tuoi pensieri. Non c'è posto per gli altri, importanti o meno. C'è posto solo per i tuoi sogni, le tue paure e la tua anima, che esplode in bombe carta e in frasi di schiacciare sopra una canzone per l'eternità. La prima volta che ho riascoltato Non ti preoccupare (in uscita il 26 Gennaio per Black Candy Records/Warner), due mesi dopo la fine delle registrazioni, ho riconosciuto delle persone che, senza saperlo, sono venute a trovarmi nella mia testa, e io nella mia testa le ho ospitate, le ho fatte sentire a casa, e loro mi hanno lasciato dei regali.

Giovanni Truppi - perché si deve sempre imparare dei migliori, l'uso in apparenza pazzoide e stralunato della metrica, una chitarra graffiante e una batteria registrate in presa diretta che vivono una per l'altra. Per la sua originalità, per essere un puntino bianco in un foglio nero.

Fine before you came - perché una canzone era proprio sul loro stile, troppo, e abbiamo sudato sette camicie per renderla più nostra e meno S f o r t u n a. Avevamo addirittura pensato di chiamare Jacopo per cantare una strofa.

Diaframma - perché Federico Fiumani è un simbolo di un modo preciso di fare musica, dell'indipendenza e dell'essere diretti, contro tutto e tutti, contro la logica, contro la fisica.

The Zen Circus - perché con questo disco vorrei fare un tour alla Zen con centinaia di date senza prendere fiato, perché quello che più conta è il viaggio, il fare, l'osare, il non restare fermi a guardare.

Dimartino, Brunori, Non Voglio Che Clara, Giuradei - perché non devi far ridere quando riesci semplicemente ad emozionare, non hai bisogno di cambi d'abiti, di fuochi d'artificio, ci sono loro che ti toccano la spalle e ti dicono “ Ma lo sai che anche io ...”

Massimo Volume - perché le parole sono importanti, perché ogni lettera non è lì per caso, perché l'inchiostro va usato e non sprecato. Per la forza che Emidio Clementi mette dentro ogni singola parola e per la sua eleganza.

Francesco Guccini - per tutto. Perché non lo sa ma mi ha fatto comprare la prima chitarra e mi ha fatto scrivere la prima canzone.

 
 
 

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