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Intervista agli Hung Over


È uscito da pochi giorni il vostro primo, omonimo, album. Siete soddisfatti? È già iniziato il tour a supporto?

S.D. : Purtroppo nessun tour in vista a breve! Il fatto è che abbiamo un po’ di casini personali da risolvere nei prossimi mesi. Mi auguro che tutto rientri presto e che si possano pianificare dei concerti per il periodo estivo. Di più non posso dire.

Quanto al disco, ci abbiamo lavorato per più di due anni, facendo attenzione ad ogni particolare e decidendo di non farlo uscire finché non fosse stato perfetto! Per lo meno alle nostre orecchie… per questo adesso ogni critica – anche negativa – non ci spaventa: sappiamo che rappresenta il nostro meglio. Mi rendo conto che non si tratti del genere di cose che oggi vanno per la maggiore, ma non ce ne importa un bel niente. Semplicemente erano dieci canzoni che tutti e quattro volevamo poter ascoltare ma nessuno le aveva ancora scritte prima: così ce le siamo costruite da soli!

Il vostro album va oltre le tematiche ormai lise della musica italiana… possiamo dirlo un album di protesta?

S.D. : Si, sono una persona molto polemica in effetti! E anche agli altri non va mai bene quasi niente! [ risata ] Guarda, al di là del genere musicale – che non rientra propriamente nella tradizione italiana… -, i testi – non a caso spesso urlati più che cantati! in inglese, così capiscono anche oltre Bolzano! – i testi, dicevo, sono proprio un manifesto al rifiuto per i soliti temi delle canzonette all’italiana, dove si parla d’amore, di cazzeggio o al limite di quanto sia corrotto questo o quell’altro politico. Non sponsorizziamo niente e nessuno e personalmente detesto i cantautori italiani che fanno politica e si illudono di spostare masse elettorali col potere della musica: parliamo solo del fatto che cose anche molto semplici finiscano spesso con il diventare problemi complessi, del fatto che i più si siano ormai assuefatti ad ingiustizie sociali palesi. Il terrorismo islamico e le guerre occidentali sono i temi di Friday the 13th, ispirato ai fatti del Bataclan – ci sono stato Sabato sera… -, e di Ping Pong Match, che parla invece degli attacchi di New York del 2001. Ma sai, non è fare politica, non sono temi di sinistra: è una riflessione costante su come diavolo sia fatto l’essere umano con l’augurio che voce e musica suonino come uno schiaffo, un graffio o… una carezza, a seconda dei casi/canzoni.

Spiegateci un po’ in cosa credete e da cosa nasce la vostra musica. Come si sviluppa?

S.D. : Ognuno di noi potrebbe risponderti una cosa diversa. Io credo nell’eclettismo, cioè fare tante cose, buttarcisi dentro fino allo sfinimento, realizzarle al meglio tutte usando quasi tutte o tutte le 24 ore di ogni giornata. Perdere tempo mi fa incazzare: è come morire! Credo che se ascolti il disco, ci sono idee per scrivere almeno il doppio delle canzoni che sono state registrate: ogni pezzo è pensato come un’operetta in grado di sopravvivere da solo, senza bisogno degli altri; abbiamo scelto di buttarci dentro ogni sfaccettatura di noi stessi, senza rinunciare a niente. Mi rendo conto che la gente oggi vuole sentire poche cose, stupide ed immediate possibilmente: noi avevamo un sacco di canzoncine facili facili, ma abbiamo deciso di eliminarle dalla scaletta perché non ci rappresentavano.

Vi sentite rappresentati dalla scena musicale odierna?

S.D. : Purtroppo NO! Risposta scontata se hai ascoltato il disco... questo non significa che non siamo attenti a quello che succede fuori dal nostro studio di registrazione, ma sarei falso se ti dicessi che c’è davvero qualcosa che mi esalta al punto di ascoltarla dalla prima canzone all’ultima. Ogni tanto mi capita di sentire qualche scintilla d’arte che passa per radio o che vaga nelle pagine dei social: ma è merce rara... detesto i dj e quelli che suonano live ma hanno le basi elettroniche che corrono sotto, ma questo non è nemmeno la cosa peggiore: i talent show televisivi sono il cancro della musica mondiale e invito ogni persona che ami la musica a boicottarli del tutto! Producono interpreti famosi per tre mesi, ma abbiamo bisogno di compositori: le canzoni poi vengono scritte sempre dai soliti noti e infatti si somigliano tutte. Secondo te Battisti o De Gregori avrebbero vinto X Factor o avrebbero leggermente stonato qualche nota qui e li e quindi sarebbero stati eliminati? Conosci la risposta, su!

In particolare, che ne pensate di quella padovana, vostra città d’origine?

S.D. : Sono molto affezionato a Edo, un cantautore amico di lunga data: mi diverte un casino l’ironia dei suoi testi. Ci sono molti amici che si sbattono per risollevare la scena della città e apprezzo moltissimo il loro impegno, anche se fanno generi musicali diversi. Penso ai Capobranco, ad esempio. Un gruppo davvero straordinario dal vivo è quello degli Universal Sex Arena, anche se il risultato su disco mi ha in qualche caso un po’ deluso… Qualche anno fa le cose erano un tantino diverse in città…

Diteci qualcosa dei vostri riferimenti musicali. Sembra non vogliate conformarvi troppo alle novità… i riferimenti espliciti richiamano grandi nomi del panorama hard rock (Metallica, Pantera, Boston).

S.D. : Non ascolto nessuno dei gruppi che hai citato! Adoro i Queen su tutti: Freddie Mercury è la cosa più straordinaria che sia capitata dai tempi di Leonardo Da Vinci! [risata] Capo (chitarre) adora il grunge dei Nirvana e degli Alice in Chains, ma anche quasi tutti i ‘70. Jacopo (basso) spazia a 360°, Luca (batteria) è forse l’anima metal della band: se dici che assomigliamo ai Pantera, significa che hai ascoltato solo Luca in cuffia! Le novità? Mi piacciono moltissimo le sorprese, basta che siano belle!

Qual è la situazione live più adeguata per ascoltare la vostra musica? (grandi/piccoli palchi/live club ecc.).

S.D. : Un grande stadio, mio caro! Infatti, siccome al momento non sono alla portata, abbiamo annullato il tour!! [risata] Scherzi a parte - …in realtà non scherzavo troppo...- è importante che le nostre canzoni vengano suonate in un ottimo impianto audio: usiamo molto la stereofonia e i suoni devono essere perfetti, altrimenti la magia svanisce e il concerto diventa un incubo! Per noi e per chi ci sta davanti! Detesto far ascoltare le nostre canzoni al 40% delle loro potenzialità per colpa di un impianto scadente o di un fonico incapace: tendo ad innervosirmi e a chiudere il concerto con largo anticipo…

Salutate i nostri lettori con un pezzo che ha accompagnato le registrazioni!

S.D. : Mad SeasonNovember Hotel! Io però non ascolto musica quando compongo, l’ascoltavano gli altri! Alessandro Spagnolo

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